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Una cartolina in 3D per la Francofonia

Philippe Nicolet e Ian Gillan NVP

Quando una regione buca lo schermo. In vista del vertice sulla Francofonia a Montreux (dal 22 al 24 ottobre), il ministero degli affari esteri diffonde un film in rilievo sul fascino di un comune dove tradizione e tecnologia di punta convivono.

I famosi narcisi che ai tempi della Belle Epoque hanno contribuito alla fama di Montreux, sembrano uscire dallo schermo. Più lontano, ecco i battelli a vapore del Lemano (pure della Belle Epoque) con le loro bielle, arrivare davanti agli occhi. E poi le Alpi, così maestose, così vicine da poterle quasi toccare. E infine le statue dei famosi jazzisti e di Freddie Mercury, che sembrano fare l’occhiolino sul lungolago.

Anche per chi la conosce bene, la Riviera vodese assume all’improvviso un altro rilievo. Rilievo, appunto, esattamente ciò che il regista Philippe Nicolet ha inserito in questo piccolo film di una decina di minuti. Sarà aggiunto al catalogo NVP, la sua società di produzione, che rivendica uno statuto di pioniere mondiale nei video 3D su internet.

È nel settembre 2007 che la piccola azienda sopra Losanna ha lanciato “Léman 3D”, primo sito ad offrire film in rilievo accessibile a tutti i tipi di schermo.

Il principio è vecchio quanto la fotografia: una cinepresa con doppio obiettivo filma due immagini corrispondenti a quanto ognuno dei nostri occhi vede individualmente; basta un paio di occhiali a prisma, avatar moderno del vecchio stereoscopio (qui a fianco), affinché queste due immagini diventino una. In rilievo.

Balavoine, l’astronauta John Glenn

L’immagine, per Philippe Nicolet, è una passione di sempre. Scoperta durante gli studi negli Stati Uniti, la videocamera l’ha accompagnato nel corso di tutta la sua carriera di reporter al quotidiano vodese 24 heures. A tal punto che nel 1990 la Fondazione vodese per la creazione artistica, lo ricompensa per il suo lavoro di “pioniere del video”.

Due anni dopo, diventa il primo caporedattore dell’emittente televisiva TVRL e fonda NVP, i cui reportage oggi alimentano periodicamente diverse reti televisive, fino alla prestigiosa CNN. Ha firmato, per esempio, “Rêveur – sur la terre d’origine des immigrés”, una serie patrocinata dalla Commissione svizzera dell’UNESCO, e moltissime interviste: dal cantante francese Daniel Balavoine (tragicamente scomparso nel rally della Parigi Dakkar, ndr) all’astronauta John Glenn, fino all’ex presidente francese Valéry Giscard d’Estaing e all’attuale deputato europeo Daniel Cohn-Bendit.

Rock in rilievo

Il passaggio alla 3D? È stato naturale. «Mio padre – spiega Philippe Nicolet – faceva fotografie in rilievo. La 3D offre incontestabilmente qualcosa di più. Se filmate un concerto, per esempio, lo spettatore si ritrova sulla scena, il naso sulla batteria, in mezzo ai musicisti».

L’esempio non è banale. Chitarrista, il regista ha recentemente avuto l’occasione di incontrare Steve Howe, «il mio personale Beethoven», come definisce il virtuoso solista di Yes. Da intervista in concerto, il gruppo britannico è così diventato il primo della storia ad avere il proprio film in 3D.

La notizia ha avuto eco fino a Londra, da dove è arrivato un altro gruppo mitico: Deep Purple, pure catturato in rilievo in occasione del passaggio al recente Caribana Festival di Nyon.«Questo tipo di film – assicura Nicolet – è destinato a moltiplicarsi, anche se il piacere di vedere dal vivo i musicisti rimane unico».

Verso il vertice

Primavera piuttosto ricca, dunque, per NVP, che allo stesso momento riceve la sua prima ordinazione dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) in vista del vertice di Montreux. Nel 2008 Nicolet e i suoi collaboratori erano già stati onorati dalla Televisione della Svizzera romanda per un film proiettato anche alla Giornata internazionale della francofonia ad Hanoi.

“Les voyages en Orient du Baron d’Aubonne” è un grande documentario girato tra la Svizzera e l’India, sulle tracce di un’avventuriero del XVII secolo, un etnologo e un mercante di pietre preziose che consegnò a Luigi XIV il leggendario diamante blu che, secondo la leggenda, si inabissò con il Titanic.

“En route vers le Sommet” non ha la stessa ambizione. Ricorda piuttosto un film promozionale per una regione. La cinepresa ha percorso i sontuosi paesaggi che da oltre un secolo fanno della Riviera una delle mete turistiche di fama mondiale. E si è spinta anche poco oltre, negli spazi luminosi del Learning Center del Politecnico federale di Losanna, icona dell’ architettura all’avanguardia grazie a due stelle giapponesi, Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa.

Molteplici colori

«Certo, nel filmato c’è un aspetto cartolina, ma è voluto», spiega Jean-Philippe Jutzi, del DFAE, coordinatore del centro media per il Vertice di Montreux. «Non volevamo un ritratto della Svizzera – aggiunge – ma piuttosto un film che mostri al grande pubblico ciò che una regione può offrire e ciò che può fare quando accoglie grandi eventi internazionali».

E siccome la lingua francese si declina in diversi colori, Philippe Nicolet ha voluto mostrarne la varietà: dal piccolo accenno di accento ginevrino dalla consigliera federale Micheline Calmy-Rey, al francese perfettamente accademico di Adama Samassékou, ex ministro dell’educazione del Mali e presidente dell’Accademia africana delle lingue, passando alla cadenza canadese.

Il film è stato spedito a tutte le sedi di rappresentanza della Svizzera all’estero, dove è stato mostrato in occasione dei festeggiamenti del Primo Agosto. E, naturalmente, sarà proiettato per gli ospiti del vertice. Così a Montreux si vedranno i narcisi bucare lo schermo.

Gli albori: La visione binoculare e la percezione tridimensionale della realtà sono stati al centro dell’interesse di diversi studiosi e artisti durante l’intero arco della storia dell’umanità. Tra di essi, Euclide e Leonardo Da Vinci. Tra ‘500 e ‘600 Giovanni Battista della Porta e Jacopo Chimenti da Empoli pare abbiano realizzato i primi esperimenti di disegni “stereografici”.
L’Ottocento: Tuttavia è solo con il 1800 che la stereoscopia diviene finalmente una realtà alla portata di tutti. Inventata nel 1832 da sir Charles Wheatstone utilizzando coppie di disegni similari e successivamente la nascente fotografia, la stereoscopia ha trovato poi applicazione anche nel cinema.

In espansione: Da diversi anni, ormai, il cinema 3D sta conoscendo un notevole successo. Le proiezioni in 3D, per molto tempo confinate nei parchi di attrazione, richiedono tuttora degli occhiali speciali, versione moderna dello stereoscopio. Da poco anche la televisione offre programmi in 3D, anche se quelli in rilievo sono ancora rari.

Nuove frontiere: La prossima tappa è già alle porte. L’autostereoscopia si distingue dalla stereoscopia classica per il fatto che l’immagine tridimensionale può essere osservata in rilievo e in profondità senza richiedere l’utilizzo di dispositivi quali possono essere gli occhiali o lo stereoscopio classico. Ciò è reso possibile dal fatto che è come se fosse il supporto stesso, che riproduce l’immagine, ad indossare occhiali appositi.

Per ora la grandezza dello schermo è forzatamente limitata e lo spettatore deve essere esattamente in faccia per cogliere l’effetto 3D. Per poter vedere un film al cinema senza occhialini, ci vorrà ancora tempo.

Traduzione, Françoise Gehring

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