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Impulso svizzero al vertice della Francofonia

Il senegalese Abdou Diouf presiede i lavori della conferenza della francofonia. www.francophonie.org

Il decimo vertice della francofonia, nel Burkina Faso, deve darsi un quadro strategico per rafforzare la propria azione.

La delegazione svizzera, guidata dal presidente della Confederazione, darà il proprio contributo a questa riforma. Ma guai alla dispersione, avverte Joseph Deiss.

“Ma a che cosa serve la francofonia?” La domanda, sollevata dal settimanale francese l’Express, la dice lunga sulla perplessità che circonda – ancora e sempre – questa organizzazione lanciata negli anni Sessanta dal senegalese Léopold Sédar Senghor, il tunisino Habib Bourguiba e il nigeriano Hamani Diori.

Eppure, secondo Jacques-Simon Eggly, il peso politico assunto dall’Organizzazione internazionale della francofonia (OIF) è incontestabile. Lo dimostra il numero di paesi che desidera farne parte. Trenta, intanto, i capi di Stato che saranno presenti al prossimo vertice, il 26 e 27 novembre.

“Attraverso la difesa della lingua francese questa organizzazione – sottolinea il consigliere nazionale ginevrino e membro della delegazione parlamentare svizzera all’Assemblea parlamentare della Francofonia – rivendica il rispetto delle minoranze e della diversità culturale di fronte alla crescente egemonia del mondo anglosassone”.

Si tratta, detto altrimenti, “di rendere più umana la mondializzazione, ossia la più grande sfida del mondo contemporaneo”. Sono le parole del presidente del Burkina Faso Blaise Compaoré, raccolte dal quotidiano “Le Monde”.

Per gli scettici queste parole suonano come una preghiera al vento. Ma l’OIF può, comunque, fregiarsi di aver giocato un ruolo determinante nell’elaborazione del capitolo sulla diversità culturale contemplata nella Convenzione dell’UNESCO.

Un testo che deve essere adottato l’anno prossimo e che mira a sottrarre l’industria culturale dalle sole logiche di mercato volute dagli Stati Uniti.

Un’organizzazione profilata

Detto questo, l’OIF e il suo segretario generale – il senegalese Abdou Diouf – sono ben coscienti che l’organizzazione deve rafforzare la propria efficacia.

“Per questa ragione – sottolinea il presidente della Confederazione – il tema principale del vertice è dedicato alla definizione di un quadro strategico decennale”.
Secondo Jospeh Deiss questo programma di lavoro deve rendere l’azione della francofonia più coerente.

“La Svizzera ha del resto proposto – precisa ancora il presidente della Confederazione – di riunire i diversi attori della francofonia attorno ad alcuni poli di cooperazione allo scopo di realizzare progetti di primo piano”.

“Tali realizzazioni dovrebbero permettere alla francofonia di assumere un peso più concreto anche nei confronti delle popolazioni. La rete televisiva TV5, creata appunto dalla francofonia, è un ottimo esempio”.

Pertanto a Ouagadougou la Svizzera proporrà di creare dei centri multimedia comunitari. E , così facendo, contribuire a colmare il fossato digitale tra nord e sud.

Nuove forme di finanziamento

Nell’ambito della definizione del nuovo piano strategico, l’OIF intende inoltre sviluppare una politica economica. E a questo proposito durante il vertice verrà anche discusso il capitolo del micro-credito.

Questo meccanismo di finanziamento è già parte integrante di numerosi programmi di aiuto allo sviluppo curati dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) del Dipartimento degli affari esteri. Del resto il vice direttore, Serge Chapatte, fa parte della delegazione svizzera.

“La Svizzera ha tuttavia delle riserve – sottolinea Deiss – nei confronti di una francofonia dai connotati economici. L’OIF non dovrebbe disperdere le sue risorse o lanciarsi in progetti già curati da altre organizzazioni internazionali”.

Restano aperte i temi di attualità, come la crisi in Costa d’Avorio, che il vertice non potrà evitare. A questo proposito Deiss ricorda che la Svizzera conduce, dall’estate 2003, un programma di sostegno al processo di conciliazione nazionale.

Questo progetto include un appoggio alla riforma legislativa esaminata dal parlamento ivoriano. “La Svizzera – conclude il presidente – potrebbe anche assicurare un appoggio politico in vista della preparazione delle elezioni democratiche nell’ottobre del 2005”.

swissinfo, Frédéric Burnand, Ginevra
(traduzione e adattamento Françoise Gehring)

Il segretario generale dell’OIF è l’ex presidente del Senegal, Abdou Diouf
L’organizzazione riunisce 51 stati e 5 membri osservatori.
Rappresenta più di 500 milioni di persone.

In margine al decimo vertice della francofonia, il presidente della Confederazione Joseph Deiss parteciperà alla celebrazione ufficiale dei 30 anni della cooperazione tra la Svizzera e il Burkina Faso.

La Svizzera sostiene attualmente 18 progetti per un importo annuale di 22 milioni di franchi.

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