Prospettive svizzere in 10 lingue

Un’ostetrica svizzera diventata leggenda

ADELINE FAVRE
Limmatverlag

Adeline Favre, della Valle d'Anniviers, ha aiutato oltre 8'000 bambini e bambine a venire al mondo. La storia della sua vita è anche quella dei cambiamenti avvenuti in Vallese, un Cantone montano e cattolico.

Che la madre e la stessa Adeline fossero sopravvissute al parto è stato tutt’altro che scontato. Quando Adeline è nata nel maggio 1908, avere figli era ancora un rischio. C’erano delle ostetriche, ma spesso erano impotenti.

I medici, invece, erano raramente presenti durante le nascite. “Da un punto di vista pratico, ne capivano molto meno delle ostetriche”, spiega Hubert Steinke, direttore dell’Istituto di storia della medicina di Berna. “Le ostetriche usavano le mani, mentre i medici si affidavano sempre più a dispositivi quali il forcipe, anche per i parti normali”.

foto in bianco e nero di un villaggio di montagna con case in legno
Il villaggio di Grimentz, nella Valle d’Anniviers, dove ebbe inizio la lunga carriera di Adeline Favre come ostetrica. La fotografia risale al 1956. Keystone

Partenza per la grande città

Adeline era l’ottava di 14 figli. È nata a Saint Luc, nella Valle d’Anniviers, dove i pendii sono ripidi e le strade strette. All’epoca non c’erano quasi automobili. La gente lavorava soprattutto nell’agricoltura e la vita era dura.

Le levatrici erano molto rispettate, ciò che colpì molto Adeline. Contro il volere dei genitori, ma con la benedizione del sindaco e del prete, la diciottenne decise di frequentare la scuola di ostetricia di Ginevra, città protestante.

A quell’epoca era una ragazza ingenua, come ha ricordato in un’intervista radiofonica del 1982: “Non avevo la minima idea e la mia testa era piena di tabù”.

Due anni dopo tornò in Vallese con molte conoscenze teoriche e una borsa da ostetrica. Da quel momento in poi, fu a disposizione delle donne incinte e delle partorienti 24 ore su 24, andando di casa in casa. A quel tempo, pochissime donne partorivano in ospedale.

Un’ostetrica che fece scalpore

“Era estenuante, lei era sempre attiva. Allo stesso tempo, doveva adattare le sue conoscenze ospedaliere ai parti in casa”, racconta Kristin Hammer, ostetrica e storica alla Scuola universitaria professionale di scienze applicate di Zurigo.

Adeline si considerava un’ostetrica moderna. Prestava estrema attenzione all’igiene e voleva prevenire le infezioni. Così facendo, si scontro con la realtà tradizionale e cattolica della remota regione montana.

copertina di un libro in cui si vedono due donne a bordo di una vespa
La professione di ostetrica è cambiata molto tra il 1928 e il 1978. Adeline Favre ha parlato di questi cambiamenti alle sue nipoti, le quali hanno riunito in un libro tutti i suoi racconti. Il libro è stato pubblicato per la prima volta in francese nel 1981 e l’anno successivo è stato tradotto in tedesco. Il libro è stato un successo, in particolare grazie al linguaggio diretto e allo sguardo sulla vita quotidiana dell’ostetrica. Una nuova edizione è stata pubblicata dalla casa editrice Limmat nell’aprile 2023. Limmat Verlag

Le sue idee moderne non erano sempre ben accolte e i suoi modi cordiali lo erano ancora di meno. A quel tempo, molte donne lavoravano fino a poco prima del parto. Non era raro che tornassero alla stalla per mungere dopo la rottura delle acque.

Pioniera dell’auto in Vallese

Nel 1932, Adeline sposò il suo vicino Louis Favre. La coppia visse a Sierre e non ebbe figli.

Louis accompagnava spesso la moglie. La portava avanti e indietro, da una partoriente all’altra, e la proteggeva quando gli uomini si avvicinavano troppo. Con il suo sostegno, l’ostetrica imparò a guidare nel 1938 e fu la seconda donna in Vallese a farlo.

Una giornata lavorativa anonima

Dopo la Seconda guerra mondiale, la vita quotidiana delle persone cambiò rapidamente. Si diffuse uno spirito di progresso. In particolare, la scoperta della penicillina, utilizzata come antibiotico negli ospedali, salvò molte vite.

Adeline Favre lavorava sempre più spesso nell’ospedale di Sierre. Era aperta ai cambiamenti e continuava a studiare.

Allo stesso tempo, si rammaricava del fatto che la sua professione era diventata più anonima e che aveva perso il contatto con le famiglie: “Abbiamo dovuto lasciare che fossero i medici a occuparsi sempre più delle nascite”.

L’ostetrica, che per decenni fu quasi schiacciata dalle responsabilità, dovette rinunciare sempre più ai suoi incarichi. Ciononostante, continuò a lavorare in ospedale ben oltre l’età della pensione. Nel 1983 morì all’età di 74 anni.

Traduzione di Luigi Jorio

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR