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La Chiesa svizzera preoccupata per i cristiani d’Iran

Dei 70 milioni d'iraniani, solo 110'000 sono cristiani Keystone

Una delegazione della Chiesa cattolica svizzera, di ritorno da una visita in Iran, denuncia la mancanza di libertà religiosa dei cristiani nel paese islamico.

La minoranza cristiana avrebbe il diritto praticare la propria religione, ma unicamente all’interno delle rispettive comunità.

“Da un lato sono contenti perché vivono in un paese nel quale possono professare la propria fede. Hanno il diritto di celebrare messe, pregare e erigere chiese”, ha spiegato a swissinfo Mario Galgano, portavoce della Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS).

“Ma il problema è che più di questo non possono fare. Non possono parlare della propria fede al di fuori delle loro comunità. Non hanno la libertà di culto”.

Di conseguenza gli iraniani sanno poco del Cristianesimo e delle altre religioni, ha proseguito Galgano.

Un primo passo verso la comprensione reciproca

La delegazione svizzera, guidata dal vescovo ausiliario di Losanna Pierre Bürcher, ha pure incontrato i rappresentanti della comunità ebraica nel paese islamico.

Il portavoce dei vescovi svizzeri ha detto che poco è scaturito da questo incontro, ma che si aspetta qualcosa di più dal “dialogo a tre” previsto a Doha, in Qatar, questo fine settimana tra cristiani, ebrei e musulmani del Vicino Oriente. All’incontro sarà presente anche Bücher.

La visita del gruppo di lavoro “Islam” della CVS ha fatto seguito ad un invito dell’Islamic Culture and Relations Organisation (ICRO).

Oltre ad incontrare i rappresentanti delle minoranze cristiane in Iran, la delegazione svizzera ha pure visitato alcuni luoghi sacri come la moschea Imam di Isfahan.

Crisi nucleare e vignette satiriche

Durante le discussioni si è parlato anche dell’attuale crisi politica seguita alle ambizioni nucleari iraniane e la controversia legata alle caricature su Maometto.

Gli iraniani erano ansiosi di sapere cosa pensano gli occidentali del loro paese, ha detto Galgano.

“La situazione politica è tesa e loro lo sanno. Sono a conoscenza dei problemi in Iraq e in Palestina, e non vogliono un terzo conflitto nella regione. Desiderano solo la pace”.

“Molti giornalisti locali ci hanno chiesto qual è stata la nostra reazione alla pubblicazione delle vignette su Maometto”, ha proseguito il portavoce della CVS.

“Noi abbiamo detto loro che le caricature religiose dovrebbero rispettare la sensibilità della fede dei credenti. D’altro canto abbiamo pure spiegato che da noi esiste la libertà d’espressione. Un diritto fondamentale, non solo in Svizzera e in Occidente, ma in ogni paese”.

Un libro per avvicinare le due fedi

La CVS ha pure annunciato l’uscita in Iran di un libro contenente i discorsi di questa visita e quelli della visita dell’ICRO in Svizzera lo scorso settembre.

Dopo la pubblicazione del libro, Galgano si attende ulteriori incontri tra cattolici svizzeri e musulmani d’Iran.

“È ancora presto per dire che siamo vicini ad una migliore comprensione tra cristiani e musulmani”, ha concluso il portavoce della Chiesa svizzera.

“Abbiamo fatto solo i primi passi e dobbiamo continuare sulla strada del dialogo per raggiungere l’obiettivo finale della pace”.

swissinfo, Adam Beaumont
(Traduzione: Michel de Marchi)

Il numero dei musulmani in Svizzera è in aumento (2,2% della popolazione nel 1990 e 4,3% nel 2000).

La maggior parte di loro proviene dai Balcani e dalla Turchia e sono di etnia sunnita.

La società elvetica è regolarmente confrontata a rivendicazioni da parte della popolazione musulmana.

Fra queste, la creazione di cimiteri musulmani e di minareti nonchè la possibilità di separare gli uomini dalle donne nelle piscine.

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