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Un film sul generale Guisan al di là dei cliché

Henri Guisan ad Altdorf, 1943 SF

Simbolo della volontà della Svizzera di resistere a qualsiasi invasione straniera durante la Seconda guerra mondiale, il generale Henri Guisan è deceduto esattamente 50 anni fa. In occasione di questa commemorazione, un documentario propone un nuovo sguardo su questa figura mitica della storia svizzera.

C’è stata un’epoca, non molto lontana, in cui Henri Guisan era visto come un personaggio mitico. Colui che aveva guidato l’esercito svizzero durante la Seconda guerra mondiale, era un autentico culto, fenomeno piuttosto inconsueto in un paese conosciuto per non apprezzare molto “le teste sopra le righe”.

Per convincersi di questo impatto, basta consultare le mappe delle principali città svizzere: tutte, o quasi, hanno la loro Via Guisan e in certi casi persino una piazza Generale Henri Guisan. E non è da escludere che in qualche villaggio troneggi il busto dell’amato generale.

Diffusione nazionale

La radio televisione svizzera SSR SRG idée suisse presenta all’inizio del mese di aprile un film di 55 minuti consacrato a questa figura emblematica. La diffusione sarà nazionale, dal momento che il documentario sarà trasmesso dalle emittenti delle quattro regioni linguistiche del Paese.

La data della messa in onda non è frutto del caso. Cinquant’anni fa, e per la precisione il 7 aprile 1960, moriva il generale Henri Guisan. Al suo funerale a Losanna, c’era una folla di 300 mila persone e la sepoltura dell’alto ufficiale è stata la più seguita della storia svizzera. All’epoca, la televisione svizzera aveva colto immediatamente la portata dell’evento, decidendo di trasmettere in diretta e integralmente la cerimonia funebre.

Il percorso di un uomo

Cinquant’anni dopo, è sempre la televisione svizzera a voler tornare sul mito attraverso un documentario intitolato in modo molto sobrio: “Il Generale”.
Nel corso della presentazione a Berna, Daniel Eckmann ha subito voluto mettere l’accento su ciò che non è questo film. “L’obbiettivo di questo documentario – spiega il direttore generale aggiunto della SSR SRG idée suisse – non è di rifare la storia della Svizzera durante la Seconda guerra mondiale, ma di mostrare il percorso di un uomo”.

Ora questo percorso può essere illustrato sotto una nuova luce, grazie all’impiego di archivi inediti. Gli spettatori e le spettatrici potranno, in particolare, vedere per la prima volta le immagini del generale Guisan a colori. Altro esempio: un documento mostra, pure per la prima volta, l’incontro tra Guisan e il dittatore italiano Benito Mussolini.

L’aspetto inedito non riguarda solo il materiale documentaristico, ma anche la trama del filmato rappresenta una novità. “La vita di Guisan – ha sottolineato il regista Felice Zenoni – è stata mostrata da diverse angolature, ma finora non era mai stata raccontata tutta la sua storia”.

“Il Generale” ricostruisce tutto il percorso di Henri Guisan, che lo ha condotto dalla posizione del piccolo signorotto del canton Vaud, a guida suprema dell’esercito svizzero e a figura mitica del Paese.

Non un panegirico

Il documentario restituisce un’immagine del generale piuttosto simpatica. È quella di un uomo vicino alle sue truppe, in un’epoca in cui i vertici militari amavano coltivare una certa distanza tra loro e i subordinati.

Sul piano politico, emerge l’immagine di un patriota determinato a difendere il proprio paese dalla minaccia nazifascista. Guisan è all’origine del concetto del “ridotto nazionale” – ovvero la difesa della Svizzera dalle fortezze inespugnabili nelle Alpi, altro simbolo nazionale.

Questo documentario non è tuttavia un panegirico alla gloria del generale. Storici e testimoni analizzano puntigliosamente l’azione del generale durante questo periodo storico molto agitato. “Non avevamo nessuna intenzione – ha aggiunto il regista – di proporre un inno a Guisan. Per me, in qualità di giornalista, lo scopo era quello di raccontare gli eventi dell’epoca. C’erano del bene e del male”.

Tra gli elementi di criticità sull’azione militare di Guisan, i contatti a volte molto stretti con i belligeranti, tali da minacciare la neutralità svizzera. Il documentario mostra, per esempio, i contatti spinti con lo stato maggiore francese. I documenti scoperti dai tedeschi dopo la sconfitta della Francia, nella primavera del 1940, pongono la Svizzera in una posizione delicata. E nel 1943, senza informare il Consiglio federale, Guisan incontra sul territorio elvetico Walter Schellenberg, capo del controspionaggio delle SS.

Sul piano politico, il ritratto del generale lascia intravvedere qualche zona d’ombra. Si scopre un uomo conservatore, piuttosto ostile ai movimenti operai. Basti soffermarsi, per esempio, sulla sua ammirazione per Mussolini, anche dopo la fine della guerra. Un aspetto che fa evidentemente riflettere, secondo Felice Zenoni.

Un’immagine sgualcita

Ancora popolare fino a qualche decennio fa, oggi bisogna pur constatare che negli occhi delle giovani generazioni, l’immagine del generale Guisan è sgualcita. “Forse ci troviamo in un momento di transizione. Per coloro che hanno vissuto la Seconda guerra mondiale, il generale resta ancora un mito. Ma per le persone di oggi, è meno interessante. Credo tuttavia – ha concluso Felice Zenoni – che ci sarà un ritorno di fiamma, poiché più passa il tempo, più abbiamo voglia di riscoprire la nostra storia”.

Olivier Pauchard, swissinfo.ch
(Traduzione dal francese, Françoise Gehring)

Henri Guisan nasce il 10 ottobre 1874 a Mézières (canton Vaud) e muore il 7 aprile 1960 a Pully (canton Vaud).

Dopo gli studi in agronomia diventa gentleman-farmer a Pully.

Nominato ufficiale nel 1894, scala gradino per gradino le tappe della sua carriera militare. Durante la Prima guerra mondiale, è integrato nello Stato maggiore generale con il grado di tenente colonnello.

Fino ad allora soldato di milizia, diventa militare professionista con la nomina al rango di divisionario (1927) e poi comandante di corpo (1932).

Il 30 agosto 1939, l’Assemblea federale lo elegge generale con 204 voti su 231.

Resta ai vertici dell’esercito fino al 20 agosto 1945.

In Svizzera il grado di generale è attribuito solo in tempo di guerra.

Eletto dal parlamento, il generale è il comandante in capo dell’esercito svizzero in periodo di guerra.

Finora l’esercito svizzero ha conosciuto quattro generali: Guillaume-Henri Dufour (Guerra del Sonderbund, 1847), Hans Herzog (Guerra franco-prussiana, 1870-1871), Ulrich Wille (Prima guerra mondiale, 1914-1918) e Henri Guisan (Seconda guerra mondiale, 1939-1945).

In tempo di pace, i più alti graduati dell’esercito sono: brigadiere divisionario e comandante di corpo.

All’estero sarebbero rispettivamente generale di brigata, generale di divisione e generale di corpo dell’esercito.

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