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Un giorno a giocare nel cortile con i grandi

Per uscire dall'ombra le donne hanno bisogno di un cambiamento di mentalità: anche da parte della società Keystone

In Svizzera si moltiplicano le iniziative per incoraggiare le donne a far carriera fino ai più alti livelli: passare una giornata con un dirigente famoso può bastare?

Una trentina di giovani donne selezionate in base al loro brillante curriculum si preparano a sfruttare l’occasione per dare una scossa vitale alle proprie ambizioni professionali.

«Certo non pretendiamo di cambiare il mondo, ma almeno di mettere in moto qualcosa di buono per le nuove generazioni», spiega a swissinfo Angelika Bräm, una delle donne responsabili del programma di mentoring.

Ecco come si svolge: la trentina di «giovani promesse» selezionate hanno la possibilità di passare un’intera giornata con una o un direttore o presidente d’azienda o un politico di massimo livello (nella lista c’è anche un consigliere federale). Si spera che vedere da vicino come si opera nelle stanze dei bottoni serva da incentivo per intraprendere carriere ambiziose.

Si sa che spesso le donne non pensano di poter arrivare ai massimi livelli perché semplicemente mancano loro dei modelli cui ispirarsi. Un altro fattore di autoinibizione è il fatto che in genere le donne assegnano agli interessi famigliari o extra lavorativi una maggiore importanza rispetto agli uomini.

Spesso però sono semplicemente obbligate a sobbarcarsi il doppio peso di far funzionare «casa e bottega». Colpa di mariti poco cooperativi o che, anche se ben disposti, non possono ridurre il tempo di lavoro, se no non fanno carriera nemmeno loro. E ancora le donne sono bloccate dalla mancanza di strutture come gli asili nido. Un’evidente ingiustizia che non preoccupa più di tanto la società.

Osare di più

«Noi donne a volte siamo troppo gentili, non osiamo chiedere troppi favori. Se gli uomini hanno un contatto lo sfruttano subito», dice Angelika Bräm.

In Svizzera la percentuale di donne in posizione di quadro si aggira intorno al 20%, più o meno la stessa dell’Italia. Le top manager sono solo il 5%. Il confronto risulta mortificante se si paragonano i due paesi agli Stati Uniti, in cui le donne dirigenti sono più del 40%.

Ben vengano dunque iniziative come questa, anche se resta il dubbio che servano più da alibi alla coscienza un po’ sporca dell’altra metà dell’universo. Però scorrendo la lista delle personalità famose mi rendo conto con sconcerto che ci sono pochissime donne mentori.

«Ma come – chiedo alla responsabile – organizzate un programma di mentoring per le giovani leve femminili e non ci sono praticamente donne disposte a spianare loro la strada. A questo si riduce la solidarietà femminile?»

«Eh sì, risponde, effettivamente questo è stato un problema. Innanzitutto ci sono pochissime donne nei consigli d’amministrazione o di direzione. Tutte quelle che abbiamo contattato non avevano tempo!»

Possibile che anche ai massimi livelli siano costrette ad assumersi il doppio carico? Non resta che sperare che le donne dirigenti che hanno rifiutato siano impegnate in altri programmi analoghi. Effettivamente ne trovo uno molto simile su di una rivista femminile svizzero-tedesca a cui partecipano solo donne.

Un incontro fatale

È vero che a volte nella vita capitano incontri «fulminanti», che in poche ore riescono a cambiare il corso del destino. Ma queste cose, diciamo la verità, succedono più spesso nei romanzi che nella realtà. Davvero si può sperare che una sola giornata passata insieme possa nutrire e sostenere le ambizioni di tutta un’esistenza?

«Sì, se uno la mette così una sola giornata sembra poco. Ma bisogna vedere come verrà sfruttata questa giornata» – puntualizza Angelika Bräm.

Intanto la preparazione è essenziale. Le giovani donne arriveranno all’ambito appuntamento con una lista molto dettagliata di domande, che riguardano essenzialmente il modo migliore di superare gli ostacoli nella scalata al potere. Che se già sono ardui per gli uomini, figuriamoci per le donne.

Una questione di feeling

«Se il mentore e la donna scoprono che c’è feeling tra di loro, potranno restare in contatto. Si può ad esempio immaginare che nei momenti in cui lei dovrà fare delle scelte professionali importanti, telefonerà al suo mentore per chiedere consiglio», aggiunge Angelika Bräm.

Se poi il mentore aprirà la sua rete di contatti ad una giovane donna incontrata più o meno per caso, è tutto da vedere. Si sa che spesso, più che le pari opportunità, sono proprio i contatti personali a fare la differenza.

E specialmente in un paese in cui vi è ancora una forte ambiguità rispetto alla promozione delle donne.

swissinfo, Raffaella Rossello

Il programma di mentoring ideato dall’organizzazione delle donne attive nel business, iniziato nell’autunno 2005, dura 15 mesi.

Le partecipanti hanno tra i 23 e i 33 anni, un diploma universitario o equivalente e la volontà di far carriera.

Hanno aderito 300 imprenditori, direttori d’azienda e anche alcuni politici di massimo livello, ma pochissime donne dirigenti.

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