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Laureate svizzere: una minoranza “eccezionale”

Percentuale di donne tra i laureati: la Svizzera fa eccezione Keystone

A livello internazionale, le donne che ottengono un diploma universitario sono più degli uomini. Ma esistono alcune eccezioni: tra queste la Svizzera.

Nella Confederazione, come in Turchia, le donne diplomate rappresentano soltanto il 44% dei laureati. Ma stanno recuperando velocemente.

Lo studio, pubblicato a metà settembre, è stato realizzato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ed ha considerato 28 paesi.

“Uno sguardo all’educazione 2005”, questo il titolo del rapporto, ha paragonato gli Stati in funzione di tutta una serie di criteri (dati 2003): percentuale di giovani che seguono una formazione accademica, democratizzazione e internazionalizzazione degli studi, salari dei neo-laureati.

L’eccezione svizzera

Un risultato piuttosto curioso, almeno per la Svizzera, riguarda la proporzione di donne che ottengono un titolo accademico sul totale dei laureati.

Ebbene: nei paesi dell’OCSE, da ormai tre o quattro anni, le ragazze che ce la fanno sono ormai più dei ragazzi. La media internazionale si situa al 57%.

In alcuni paesi la proporzione è ancor più significativa: in Portogallo si raggiunge addirittura il 68%, Danimarca e Islanda sono al 67%, la Norvegia al 64%.

Scorrendo la graduatoria si nota, tra l’altro, che Francia e Stati Uniti sono al 58%, Italia e Gran Bretagna al 56%, Austria e Germania al 50%.

E poi arrivano le quattro eccezioni: Corea del Sud (48%), Svizzera (44%), Turchia (44%) e Giappone (40%). Gli unici Stati dove gli uomini rappresentano la maggioranza. Come spiegarlo?

Rapido recupero

“È vero, il tasso di diplomi universitari per le donne svizzere è ancora basso”, rileva Martin Teichgräber, collaboratore della sezione Sistemi d’educazione, scienze e tecnologie presso l’Ufficio federale di statistica.

“Ma stanno recuperando rapidamente. Oggi, l’incremento delle donne che ottengono una licenza è molto più rapido di quello degli uomini. E le nuove matricole nelle università sono prevalentemente ragazze”, aggiunge Teichgräber.

“Il dato dell’OCSE non mi sorprende, l’avevamo già constatato in passato”, dice da parte sua Patricia Schulz, direttrice dell’Ufficio federale per l’uguaglianza tra uomo e donna.

“È tuttavia vero che, rispetto a 10 anni fa, le donne fanno una formazione molto più lunga e completa”.

Il ruolo delle SUP

Il sistema universitario svizzero è composto da 10 università cantonali “classiche” (Basilea, Berna, Friborgo, Ginevra, Losanna, Lugano, Lucerna, Neuchâtel, San Gallo e Zurigo), dai politecnici federali di Losanna e Zurigo, da alcuni istituti specializzati e dalle scuole universitarie professionali (SUP).

Quest’ultime rappresentano una particolarità elvetica nata nel 1995: riguardano principalmente discipline tecniche (scienze, ingegneria, informatica,…) e tracciano un percorso accademico anche per chi proviene dal mondo del lavoro.

Una specificità che, in parte, può contribuire a spiegare l’eccezione svizzera.

Considerare il catalogo delle facoltà

“In un paragone internazionale, bisogna sempre considerare quali sono le facoltà che compongono l’offerta universitaria dei diversi paesi”, spiega Teichgräber.

“In Svizzera esistono queste SUP, che offrono discipline tecniche, da noi come all’estero prevalentemente frequentate da maschi”. Un tipo di formazione che altrove non è però considerato come uno sbocco accademico.

Secondo l’esperto dell’UFS, il dato messo in evidenza dallo studio dell’OCSE va dunque relativizzato. “Il catalogo delle facoltà non è uguale in tutti i paesi”, aggiunge.

Studi “maschili”, studi “femminili”

In Svizzera come negli altri Stati, gli studenti maschi sono più rappresentati negli ambiti scientifici mentre le ragazze scelgono soprattutto percorsi letterari, sociali o legati alle scienze umane.

Una tendenza che nasce dalle scelte individuali e dagli interessi degli studenti ma che, secondo Patricia Schulz, può avere anche radici (e conseguenze) socio-economiche.

“A mio avviso le donne anticipano il loro futuro ruolo di madre che dovrà combinare la vita professionale con dei bambini”, dice la Schulz.

“E dunque scelgono delle formazioni più brevi che, in seguito, offrono però anche meno sbocchi sul mercato del lavoro”.

Secondo la Schulz, la forza di questa anticipazione è funzione della realtà in cui si vive.

“Ad esempio, in Francia ci sono asili nido per tutti e le scuole materne accolgono i bambini a partire dai 3 anni. In Svizzera è molto più difficile combinare famiglia e carriera”, conclude.

swissinfo, Marzio Pescia

In Portogallo, il 68% di chi ottiene un diploma universitario è donna.
Danimarca e Islanda sono al 67%.
Francia e Stati Uniti: 58%.
Italia e Gran Bretagna: 56%
Austria e Germania: 50%
Svizzera e Turchia: 44%
Giappone (percentuale più bassa): 40%

“Uno sguardo all’educazione 2005” ha analizzato tutta una serie d’indicatori in 28 paesi.

All’inizio del semestre invernale 2004/2005, in Svizzera gli studenti in ambito universitario sono 160’165.

Secondo gli scenari dell’Ufficio federale di statistica, nel prossimo decennio il loro numero dovrebbe aumentare del 20%.

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