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CN: aiuto sviluppo e migrazione, legame rafforzato

Consiglio nazionale: il legame strategico tra cooperazione allo sviluppo e migrazione va rafforzato (foto d'archivio) Keystone/KEYSTONE/TI-PRESS/FRANCESCA AGOSTA sda-ats

(Keystone-ATS) Il legame strategico tra cooperazione allo sviluppo e migrazione va rafforzato.

Ne è convinto il Consiglio nazionale che oggi ha appianato l’ultima divergenza col Consiglio degli Stati riguardo l’aiuto allo sviluppo per gli anni 2017-2020. Il dossier è pronto per le votazioni finali.

Durante questo lasso di tempo, per il sostegno ai Paesi poveri o in via di sviluppo la Confederazione metterà a disposizione 11,11 miliardi di franchi. Entrambi i rami del Parlamento si erano già messi d’accordo su questo punto.

Per quanto attiene al legame tra aiuto allo sviluppo e migrazione, in un primo momento la camera del popolo si era accontentata di chiedere che i programmi e i progetti inglobassero “per quanto possibile gli elementi della politica migratoria”.

I “senatori”, invece, avevano chiesto un legame strategico tra i due ambiti. Oggi al Nazionale questa soluzione è stata caldeggiata anche dal ministro degli esteri Didier Burkhalter, il quale ha precisato che il 20% dei crediti quadro sono destinati alla migrazione.

Il testo dei “senatori”, fatto proprio dal Consiglio nazionale, chiede che venga incoraggiata la conclusione di accordi e partenariati nel settore della migrazione con quei Paesi che ricevono fondi dall’aiuto allo sviluppo elvetico. A tale riguardo, Burkhalter ha parlato di un’intesa in via di realizzazione con lo Sri Lanka, per esempio.

La ripartizione della “manna” federale

Nel dettaglio, alla cooperazione tecnica vanno 6,6 miliardi di franchi e all’aiuto umanitario 2 miliardi. La Segreteria di Stato dell’economia (SECO) riceve 1,14 miliardi, mentre il credito per la transizione degli Stati dell’Europa dell’Est ammonta a 1,04 miliardi. Ulteriori 230 milioni vanno andrebbero alla promozione della pace.

La proposta del Governo prevede un contributo totale pari allo 0,48% del PIL, ossia 11,11 miliardi di franchi, un po’ meno dell’obiettivo (0,5%) fissato dal Parlamento cinque anni fa.

Durante i dibattiti in parlamento, la sinistra avrebbe voluto attenersi all’obiettivo dello 0,5% entro il 2020 e di raggiungere lo 0,7% nel 2028, come proposto dall’ONU per la comunità internazionale.

Dal canto suo, l’UDC ha chiesto invano di abbassare l’aiuto allo sviluppo allo 0,45% del PIL, pari a 430 milioni di franchi in meno.

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