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CN: “no” a un governo a nove membri

Il Nazionale è contrario all'aumento dei membri del Consiglio federale da sette a nove, come proposto dalla sua Commissione delle istituzioni politiche (foto d'archivio di Palazzo federale). KEYSTONE/PETER SCHNEIDER sda-ats

(Keystone-ATS) Il Nazionale è contrario all’aumento dei membri del Consiglio federale da sette a nove, come proposto dalla sua Commissione delle istituzioni politiche (CIP-N).

Con 97 voti contro 88, oggi la camera del popolo non è infatti entrata in materia su un adeguamento della disposizione costituzionale che chiedeva una rappresentanza equa delle regioni linguistiche.

Rilanciando un’idea sollevata in passato dal Canton Ticino, la CIP-N aveva posto in consultazione nel marzo 2015 una modifica dell’articolo 175 della Costituzione federale. Quest’ultimo, secondo il progetto, al primo capoverso recitava “Il Consiglio federale è composto di nove membri” e al quarto “Le diverse regioni e le componenti linguistiche del Paese sono equamente rappresentate”, e non più come ora “devono essere rappresentate”, ha ricordato Cesla Amarelle (PS/VD) a nome della commissione.

La maggioranza della commissione, argomentando a favore della modifica, faceva riferimento anche alla minoranza italofona, assente dal governo dal 1999, dopo la partenza del ticinese Flavio Cotti: “si pensi in particolare alla Svizzera di lingua italiana, che nell’attuale costellazione politica e partitica non ha quasi nessuna possibilità di essere rappresentata in un Consiglio federale di sette membri”, ha detto Marco Romano (PPD/TI).

Secondo la CIP-N, un Consiglio federale a nove membri avrebbe anche permesso una migliore ripartizione del carico di lavoro del Governo, che è considerevolmente aumentato rispetto al 1848.

Oggi il plenum ha però ribadito la sua opposizione all’aumento del numero di consiglieri federali per motivi strutturali, seguendo il parere dello stesso esecutivo: “ne risulterebbe infatti un maggiore onere amministrativo in seguito alla creazione di nuovi dipartimenti e al conseguente aumento del bisogno di coordinamento”, ha sottolineato Barbara Steinemann (UDC/ZH). Secondo la maggioranza, il principio di collegialità sarebbe inoltre sottoposto a maggiori pressioni.

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