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Russia difende Trump, clamorosa protesta all’Onu

(Keystone-ATS) Ad un mese esatto dal voto per le presidenziali, Hillary Clinton è in vantaggio su Donald Trump di 4,3%, ossia 48,1% contro 43,8%, secondo la media dei sondaggi nazionali di RealClearPolitics.

Sullo sfondo del crollo statistico, intanto, spunta l’imbarazzante protesta formale della Russia al segretario generale dell’Onu Ban ki-moon per le critiche rivolte al candidato repubblicano da uno dei funzionari più alti in grado delle Nazioni Unite.

Il rating del tycoon è in calo dal 2 ottobre, mentre quello dell’ex segretario di Stato continua a salire dal 18 settembre, quando i due candidati erano separati solo da uno 0,9%. Il magnate sta perdendo terreno anche negli swing state, tanto che il suo vice Mike Pence avrebbe più probabilità di lui di battere Hillary Clinton, secondo un sondaggio di Politico tra i suoi ‘insiders Gop’ in quegli stati in bilico: il 66% di loro ritiene che il governatore dell’Indiana sconfiggerebbe la candidata democratica, mentre solo il 44% pensa che Trump prevarrebbe. Le quotazioni di Pence sono salite dopo la performance nel primo e unico duello tv tra vice, dove secondo esperti e sondaggi ha dominato il confronto con Tim Kaine, facendo rimpiangere a molti dirigenti repubblicani l’ipotesi di un nominee come lui.

Il rating del tycoon è sceso invece dopo la deludente prestazione nel primo dibattito con Hillary Clinton, seguito da una serie di imbarazzanti rivelazioni giornalistiche, attacchi dei media e gaffe personali. Il magnate sta preparandosi per riscattarsi nella seconda sfida tv di domenica in Missouri: il suo campaign manager, Robby Mook, si aspetta un Trump “molto più preparato e concentrato sulle sue proposte politiche” e non intenzionato ad usare “il tipo di attacchi personali e duri che ha minacciato”, ossia le infedeltà di Bill. Oggi però ne ha sparata un’altra delle sue, denunciando che c’è un input per far passare alla frontiera gli immigrati clandestini in modo che possano votare manipolando così le prossime elezioni. Accusa non provata, tanto più che gli immigrati appena ammessi non hanno diritto di voto, ma che rivela un nuovo tentativo di mettere in discussone il risultato delle urne.

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