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Pena di morte: Svizzera si impegna per la sua abolizione

Il consigliere federale Didier Burkhalter KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte, la Svizzera ribadisce il proprio impegno per la sua abolizione.

Secondo il consigliere federale Didier Burkhalter, “la pena capitale non risolve i problemi, ma genera altre vittime, altra violenza e altra sofferenza”.

A metà settembre, davanti all’Assemblea generale dell’ONU a New York, il ministro degli esteri elvetico aveva invitato la comunità internazionale “a non abbandonarsi all’illusione che la pena di morte offra una soluzione semplice a problemi complessi come la criminalità, l’estremismo violento o il terrorismo”, si legge in una nota odierna del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

“Anziché promuovere dialogo e riconciliazione, le esecuzioni capitali possono istigare ad altra violenza e legittimarla”, aveva sottolineato Burkhalter.

Per la prevenzione dell’estremismo violento, la Svizzera punta invece sulla protezione dei diritti dell’uomo e del diritto internazionale umanitario, sullo Stato di diritto e la democrazia, nonché sul dialogo tra le parti coinvolte, precisa il comunicato.

“La pena di morte contraddice i valori fondamentali della Confederazione elvetica e la sua abolizione su scala mondiale entro il 2025 è una delle priorità della sua politica estera”, conclude la nota.

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