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Ue-Canada: ‘no’ Vallonia a Ceta, ratifica a rischio

Paul Magnette, ministro-presidente della regione belga della Vallonia KEYSTONE/AP/CHRISTOPHE ENA sda-ats

(Keystone-ATS) Il Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo di libero scambio fra Unione europea e Canada, è già a rischio: il parlamento regionale della Vallonia, regione francofona nel sud del Belgio, ha respinto l’accordo per 46 voti a 16.

In questo modo, manca già di fatto la ratifica del Belgio, mentre è necessaria l’approvazione unanime di tutti i 28 Stati Ue.

La costituzione belga prevede infatti che un accordo internazionale, per essere accettato dal governo centrale di Bruxelles, debba prima essere ratificato da tutte e sette le regioni e comunità linguistiche in cui è diviso il Paese.

Il parlamento vallone ha accolto i timori che l’accordo di libero scambio possa minacciare posti di lavoro, consentendo importazioni di prodotti agricoli e industriali a buon mercato dal Canada.

“Non darà i poteri al governo federale e il Belgio non firmerà il Ceta il 18 ottobre”, ha dichiarato il ministro-presidente della Vallonia, Paul Magnette, al parlamento regionale dopo il voto.

I ministri europei per il commercio estero stanno al momento studiando la possibilità di prendere alcune parti dell’accordo e metterle al riparo della ratifica unanime di tutti gli Stati membri. I detrattori del Ceta, dal canto loro, temono che una sua approvazione sarebbe un viatico per la finalizzazione del trattato di libero scambio onnicomprensivo Ue-Stati Uniti del Ttip, dalle implicazioni molto più controverse, sul quale Bruxelles e Washington conducono da anni una spinosissima trattativa tutta in salita.

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