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‘Austria first’ al governo, ministri chiave ultradestra

Sebastian Kurz, a destra, e Heinz-Christian Strache KEYSTONE/APA/APA/ROLAND SCHLAGER sda-ats

(Keystone-ATS) Prima di tutto vengono “gli interessi del popolo austriaco”: in sintesi la lezione di Trump è servita, Austria first. Vienna resta tuttavia “parte integrante” dell’Ue e garantisce un “forte impegno europeo”.

Con questo programma alla mano, di buon mattino, Sebastian Kurz, il cancelliere più giovane d’Europa, si è presentato dal presidente austriaco con il suo alleato dell’ultradestra, per annunciare la “buona nuova”: l’accordo c’è, il governo dei popolari dell’Oevp e dei populisti del Fpoe è pronto a insediarsi.

Nell’elenco del nuovo esecutivo, con cui Vienna scivola decisamente a destra, caselle cruciali come Interni, Difesa ed Esteri saranno assegnate proprio agli oltranzisti del partito un tempo guidato da Joerg Haider.

Il diritto di asilo verrà inasprito, il ritorno a Schengen è previsto “solo quando le frontiere esterne saranno sicure”, viene promessa più polizia entro il 2020, pene più severe per i crimini sessuali e la violenza. Il pugno duro della destra nazionalista, insomma, nel programma è evidente.

Ma si vieta, per i prossimi 5 anni, il referendum sull’Oexit, l’eventuale uscita dell’Austria dall’Ue, e Vienna assicura lealtà ai partner europei, “nel solco del principio di sussidiarietà”. In programma ci sono poi gli aiuti annunciati per le famiglie, meno tasse, e l’uscita dal carbone. Entro il 2030, l’Austria vuole puntare su un approvvigionamento energetico, che sia basato esclusivamente sulle rinnovabili.

A questo punto nulla sembra ostacolare la strada del giovane di 31 anni, che a maggio si è preso il partito popolare austriaco, cambiando il colore da nero in turchese, e mettendo il suo nome nel logo, verso la cancelleria.

Oggi il patto di coalizione – 180 pagine che sono l’esito di 7 settimane di trattative – ha incassato l’approvazione unanime dei presidi dei due partiti. Il presidente ha affermato di voler contattare i ministri nel weekend, per conoscerli personalmente, e porgere alcune domande, ma ha anche detto che non vede ostacoli. L’ufficializzazione potrebbe arrivare lunedì.

La preoccupazione che l’Austria diventi una spina nel fianco dell’Ue, avvicinandosi ai paesi Visegrad, è però quasi esplicita: tanto che il presidente Alexander van der Bellen ha ribadito che la direzione del governo dovrà essere chiaramente pro-europeista. Kurz, che da ministro degli Esteri della legislatura uscente è riuscito a prendere il potere, virando a destra soprattutto nella gestione dell’emergenza profughi, non ha affatto cambiato linea, dalla vittoria delle elezioni del 15 ottobre.

La decisione di affidare gli Interni a uno come Hebert Kickl, mastino del Fpoe, mostra che l’enfant prodige dei conservatori non ammiccava a destra per una temporanea strategia elettorale. Il governo che ha scelto, dopo aver scartato l’ipotesi di consultazioni coi socialdemocratici dell’ex cancelliere Christian Kern – il quale ora annuncia di voler fare una forte opposizione in Parlamento – è a tutti gli effetti un governo di destra, dove l’ultradestra ha una partecipazione quasi paritaria.

Dell’esecutivo proposto faranno parte 16 persone: sette ministri e una sottosegretaria del partito popolare Oevp, e sei ministri e un sottosegretario degli alleati del Fpoe. Oltre al vicecancelliere Heinz-Christian Strache, e a Kickl, la difesa va a Mario Kunasek, agli Esteri va Karin Kneissl.

Ma un team di diplomatici si trasferirà in cancelleria, per seguire la politica europea. L’Oevp ha una ministra per la Cancelleria, l’Ue, i Media, l’Arte e la Cultura: Gernot Bluemel. Oltre alle Finanze, Hartwig Loeger, l’Economia, Margarete Schramboeck, e la Giustizia, Josef Moser.

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