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Al cervello ‘piacciono’ le bugie, impara a dirle in fretta

Al cervello 'piacciono' le bugie, impara a dirle in fretta (foto simbolica d'archivio). KEYSTONE/LAURENT GILLIERON sda-ats

(Keystone-ATS) A essere disonesti ‘ci si prende gusto’. Una volta che si inizia infatti, è difficile smettere e ora c’è anche una spiegazione scientifica.

Lo dimostra il test condotto dai ricercatori dello University College di Londra, guidati da Neil Garrett, in cui si è chiesto a un gruppo di volontari di cominciare a mentire.

Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience, dimostra che una volta che si inizia, il grado di consapevolezza al comportamento scorretto si riduce sempre più, in un effetto valanga.

Nel test i ricercatori hanno messo 80 persone, tra i 18 e 65 anni, davanti a un barattolo di vetro con delle monete, gli hanno chiesto di indovinarne il numero, e mandare la stima a un compagno sconosciuto attraverso il computer.

C’erano diversi scenari: quello di base era che con la stima più accurata ne beneficiavano entrambi. In altri casi con una stima al ribasso o in eccesso ne beneficiava il volontario a spese del partner, entrambi, il partner a danno del volontario o solo uno dei due senza effetto per l’altro.

Quando con la stima al rialzo ne beneficiava il volontario a spese dell’altro, si è visto che iniziava via via a esagerare la sua stima. Con la risonanza magnetica i ricercatori hanno visto che l’amigdala, l’area del cervello responsabile delle emozioni, era quella più attiva quando la persona diceva la prima bugia per tornaconto personale. La risposta dell’amigdala diminuiva progressivamente a ogni bugia, la cui consistenza invece aumentava.

“Quando mentiamo per il nostro interesse, l’amigdala produce una sensazione negativa che limita il punto a cui siamo preparati a dire bugie”, spiega Tali Sharot, uno dei ricercatori. “Questa risposta si affievolisce man mano che continuiamo a mentire – continua -. Più si sbiadisce, più grandi diventano le nostre bugie, anche in futuro”, continua.

Nei prossimi studi, secondo i ricercatori, bisognerà cercare di capire se questi atti di disonestà sono collegati a una minore risposta emotiva, e se l’escalation in altri tipi di comportamenti ha lo stesso effetto.

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