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Alimenti non sani: no a divieto ma etichettatura più chiara

(Keystone-ATS) Gli svizzeri sono chiaramente contrari a un divieto o a una sovrattassa per gli alimenti non sani. È quanto emerge da un sondaggio dell’istituto demoscopico gfs.bern pubblicato oggi. La maggioranza degli interrogati (58%) è invece favorevole o piuttosto favorevole a una etichettatura chiara quale norma obbligatoria.

Secondo i risultati del primo monitoraggio Alimentazione e attività fisica, presentati oggi a Berna, la proibizione di alimenti troppo zuccherati, salati o grassi è respinta dal 73% degli intervistati e una sovrattassa dal 78%. Tuttavia l’81% si è espresso a favore di misure di prevenzione mirate per i gruppi di persone a rischio. Gli interrogati hanno inoltre dichiarato di approvare le attività dello Stato in ambito di educazione nutrizionale nelle scuole (80%) e di dichiarazione dei valori nutritivi (76%) .

Anche se le persone intervistate sono globalmente soddisfatte dalle indicazioni relative ai valori nutritivi scritti sul retro della confezione del prodotto, un’etichettatura tricolore otterrebbe l’approvazione generale. Mettere un “semaforo rosso” su un alimento troppo grasso, troppo salato o troppo zuccherato viene considerato come un modo semplice per aiutare il consumatore frettoloso a scegliere un alimento in un supermercato.

Tale possibilità non è tuttavia appoggiata da Matthias Schneider, membro di Coca-Cola svizzera e vicepresidente del gruppo d’informazione Bevande dissetanti che ha ordinato il sondaggio: “L’idea del semaforo è accattivante, ma l’obiettivo deve essere quello d’informare il consumatore”.

L’istituto gfs.bern ha interrogato oltre 1000 persone di almeno 18 anni tra l’11 e il 24 marzo scorso.

Il gruppo d’informazione Bevande dissetanti è composto di rappresentanti dei produttori di bibite come Matthias Schneider di Coca-Cola Svizzera e di personalità politiche nazionali come il consigliere nazionale Lorenz Hess (PBD/BE), presidente del gruppo.

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