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BNS: Jordan, tassi negativi necessari e sensati per la Svizzera

Il presidente della direzione della Banca nazionale svizzera (BNS) Thomas Jordan. Keystone/LUKAS LEHMANN sda-ats

(Keystone-ATS) Nell’attuale contesto globale i tassi di interesse negativi rimangono per la Svizzera necessari e sensati: lo ha detto il presidente della direzione della Banca nazionale svizzera (BNS) Thomas Jordan.

Secondo lui senza questo strumento il franco si sarebbe ulteriormente rafforzato, la disoccupazione sarebbe aumentata e la crescita sarebbe stata ancora più bassa, con livelli di inflazione inferiori.

I tassi negativi e la disponibilità della BNS a intervenire sul mercato delle divise hanno diminuito la pressione sulla valuta elvetica, rendendo anche più contenuti i costi di finanziamento per le aziende e le economie domestiche, ha affermato Jordan in un discorso tenuto stasera – stando al testo scritto – davanti all’associazione degli economisti basilesi.

In generale il livello dei tassi scende da 20 anni, ha proseguito l’economista 53enne. Il fenomeno ha da una parte ragioni strutturali, legate all’evoluzione demografica, che ha portato a un aumento del risparmio; dall’altra è dovuto alla politica espansiva praticata dalle banche centrali.

Secondo Jordan il contesto globale di bassi tassi pone la stessa politica monetaria davanti a sfide importanti: ad esempio la possibilità di tenere contanti riduce i margini di manovra. Vi possono inoltre essere effetti negativi sulla stabilità finanziaria. I tassi sotto lo zero non sono la panacea per ogni male: per una ripresa durevole sono necessari riforme strutturali e adeguamenti dell’economia reale, si è detto convinto il presidente della BNS.

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