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Chiusura centrali nucleari più cara del previsto

Chiusura centrali nucleari più cara del previsto (foto d'archivio) Keystone/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) Lo smantellamento delle centrali nucleari svizzere e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi costerà più di quanto preventivato. Le spese ammonteranno infatti a 22,8 miliardi franchi, contro i 20,7 calcolati cinque anni fa.

La cifra prevista per il periodo di tassazione 2017-2021 è dunque aumentata del 10% in rapporto alle ultime stime, risalenti al 2011. Già allora, l’importo era stato ritoccato verso l’alto rispetto al 2006 di oltre tre miliardi di franchi.

Lo studio, aggiornato in base alle più recenti conoscenze scientifiche, è stato realizzato da Swissnuclear, il gruppo specializzato sull’atomo dell’associazione swisselectric. I risultati sono stati presentati alla Commissione amministrativa del Fondo di disattivazione e di quello di smaltimento per gli impianti nucleari (STENFO). Lo riferisce oggi l’Ufficio federale dell’energia (UFE).

I due fondi indipendenti assicurano il finanziamento delle operazioni che insorgono dopo la messa fuori servizio delle centrali. Entrambi sono alimentati con contributi versati dagli esercenti degli impianti, i quali, secondo la legge federale in materia, sono tenuti ad assumersi tale onere.

Lo spegnimento delle cinque centrali atomiche svizzere e del centro intermedio di stoccaggio Zwilag di Würenlingen (AG) è stato stimato in circa 3,6 miliardi di franchi. Questi soldi serviranno ad esempio per la preparazione alla disattivazione, la manutenzione, la messa in sicurezza e la decontaminazione del sito. A fine 2015, il capitale a disposizione per queste operazioni era meno di due miliardi.

Gran parte del totale delle spese dovrà però essere riservato allo smaltimento, in quanto saranno realizzati impianti di stoccaggio e di trattamento, così come depositi in strati geologici profondi. Se si tiene conto anche dei costi di ricerca e trasporto, questi interventi richiederanno un investimento di 19,2 miliardi di franchi. Secondo i calcoli, 7,5 miliardi saranno versati direttamente dai gerenti, mentre il Fondo di smaltimento contribuirà con 10,5 e la Confederazione con i restanti 1,2.

Nei prossimi mesi, gli aspetti relativi alla sicurezza tecnica del dossier verranno esaminati dall’Ispettorato federale della sicurezza nucleare (IFSN), mentre esperti indipendenti valuteranno quelli finanziari. Le conclusioni verranno rese note verso la fine del 2017. Nel corso del 2018, scrive l’UFE, è presumibile che, su proposta della Commissione amministrativa dei fondi, il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) possa stabilire l’entità definitiva dei costi e dei contributi riguardo alla disattivazione delle centrali e allo smaltimento dei rifiuti.

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