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CN: parità salariale, adottata revisione legislativa

il Consiglio nazionale ha approvato oggi la revisione della Legge sulla parità dei sessi in ambito salariale. "Le donne sono 37 anni che aspettano questa legge", ha notato la consigliera federale Simonetta Sommaruga. KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) Il Consiglio nazionale ha approvato oggi la revisione della Legge sulla parità dei sessi che mirano a giungere alla parità salariale. Sempre oggi, la camera del popolo ha bocciato l’aumento dell’età pensionabile delle donne a 65 anni.

La sorte del dossier – che torna ora al Consiglio degli Stati per l’esame delle divergenze – rimane comunque in bilico. La sinistra potrebbe infatti affossare il progetto nelle votazioni finali poiché non corrisponde alle aspettative delle donne.

“Le donne sono 37 anni che aspettano questa legge”, ha detto la consigliera federale Simonetta Sommaruga invitando il Parlamento a non precipitare le cose e ad aspettare il progetto di riforma dell’AVS che il governo sta preparando. In molti hanno poi sottolineato che non è né il modo né il momento giusto per proporre l’innalzamento a 65 anni dell’età pensionabile delle donne.

Oggi, allineandosi agli Stati, il Nazionale ha anche deciso che i datori di lavoro dovranno informare i loro impiegati “per iscritto” sul risultato dell’analisi sulla parità salariale. Una minoranza avrebbe voluto accontentarsi di una informazione “in forma adeguata”.

Pure bocciata, con 94 voti contro 89 e cinque astenuti, la proposta di escludere le società quotate in borsa dal pubblicare i risultati dell’analisi sulla parità salariale in allegato al conto annuale.

La camera ha infine confermato la durata limitata delle nuove disposizioni legislative: saranno soppresse dopo 12 anni. La sinistra ha tentato invano di stralciare questo limite temporale.

Le disposizioni principali previste dalla nuova legge sono state adottate ieri. Tra queste figura l’obbligo, per le imprese con almeno 100 lavoratori, di far svolgere ogni quattro anni un’analisi sull’uguaglianza dei salari tra i sessi, facendola verificare da un organismo indipendente.

Il progetto, che non prevede sanzioni per chi non rispetta la parità salariale, vuole promuovere un cambiamento di mentalità. L’autoregolazione del settore non ha infatti ancora dato i risultati sperati.

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