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Commissione contraria a maggiore protezione per “whistleblowers”

(Keystone-ATS) Il segreto d’ufficio non dovrà essere allentato per proteggere coloro che, all’interno di un’amministrazione statale, si rivolgono all’opinione pubblica per denunciare vicende poco edificanti.

Con 16 voti contro 5 la Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale propone al plenum di respingere una mozione della camera dei Cantoni in favore dei cosiddetti “whistleblowers”.

L’atto parlamentare, presentato dal “senatore” socialista Claude Janiak (BL), è stato adottato dal Consiglio degli Stati nella sessione estiva delle Camere con 30 voti contro 9. Ha come obiettivo la modifica del Codice penale affinché in futuro la violazione del segreto d’ufficio non venga perseguita, se le informazioni rivelate rispondono ad un interesse preponderante.

Secondo la commissione, il segreto d’ufficio mira in primo luogo alla protezione dei dati e vuole garantire che le informazioni personali sensibili trattate dalle autorità non siano trasmesse senza autorizzazione. A suo modo di vedere vale il principio “secondo cui la ponderazione dei diversi interessi in gioco spetta all’autorità superiore e non al singolo interessato”.

Secondo una minoranza invece, la mozione consentirebbe di “meglio tutelare gli impiegati che segnalano irregolarità”.

Per il Consiglio federale, che si oppone alla mozione, l’attuale legislazione è sufficiente.

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