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Dopo allarme in Francia: IFSN ordina verifiche a Gösgen e Beznau

La centrale nucleare di Gösgen. KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) Verifiche approfondite sui generatori di vapore delle centrali nucleari di Gösgen (SO) e Beznau (AG) sono state ordinate dall’Ispettorato federale della sicurezza nucleare (IFSN) in seguito all’allarme che in Francia ha provocato il blocco di 12 reattori.

In settembre l’autorità francese di controllo sulla sicurezza nucleare ASN ha informato che in seguito a controlli sull’acciaio dei generatori di vapore realizzati presso la fonderia di Le Creusot del gruppo francese Areva, sono state trovate zone con un eccesso di carbonio che potrebbe alterare la capacità di resistenza del materiale.

La Areva – uno dei due colossi francesi dell’energia, assieme a EdF, – ha prodotto anche i pezzi dei reattori svizzeri. Stando ad una nota dell’IFSN, la segnalazione riguarda in Svizzera soltanto il reattore di Gösgen e i due di Beznau, visto che le centrali di Leibstadt (AG) e Mühleberg (BE) sono dotate di reattori ad acqua bollente.

“Al momento non disponiamo di indizi che permettano di concludere che i generatori di vapore delle centrali di Beznau e Gösgen presentino degli scarti inammissibili nelle caratteristiche dei materiali”, afferma, citato nella nota, il direttore dell’IFSN Georg Schwarz.

Per poter meglio valutare la situazione, l’authority svizzera ha ordinato alle due centrali un esame approfondito dei documenti di fabbricazione, come pure delle “analisi non distruttive sui materiali in questione”. I risultati di questi esami dovranno essere forniti all’IFSN entro la fine di aprile 2017.

In Francia, il presidente di ASN Pierre-Franck Chevet ha parlato alla fine di novembre di una situazione “diventata molto preoccupante”. Dodici reattori francesi sono fermi o stanno per essere fermati, per controllare che l’eccesso di carbonio scoperto nell’acciaio non alteri la capacità di resistenza meccanica dei generatori di vapore.

In una lunga intervista a Le Figaro, Chevet aveva anche denunciato “l’esistenza di pratiche inaccettabili dall’inizio degli anni Sessanta presso la fabbrica Areva di Le Creusot, come l’esistenza di 400 dossier riguardanti anomalie volontariamente nascoste al cliente e all’ASN, e la scoperta di documenti di fabbricazione che appaiono falsificati”.

La fonderia di Areva ha forgiato anche il contenitore in pressione del reattore 1 della centrale di Beznau. Questo reattore è fermo dal mese di marzo del 2015, quando nel corso di una grande revisione erano state scoperte “irregolarità” – ossia 925 micro-fessure fra i 5 e i 6 millimetri di diametro – nella struttura di contenimento.

Alla metà di agosto, l’IFSN aveva fatto sapere che le centrali nucleari svizzere non erano toccate dalle irregolarità emerse in precedenza nei certificati di sicurezza della fonderia di Areva. In settembre, la stessa IFSN aveva poi fatto sue le spiegazioni fornite da Axpo, secondo cui le “irregolarità” riscontrate nel contenitore di Beznau 1 sarebbero dei difetti di fabbricazione, risalenti al 1965 e certificati nelle circa 10’000 pagine di documentazione del reattore.

Con i suoi 46 anni di servizio, Beznau 1 è considerato l’impianto nucleare commerciale più vecchio al mondo ancora in funziona. Il gruppo energetico Axpo, proprietario dell’impianto, affermava di voler rimettere in funzione il reattore alla fine di quest’anno, dopo 16 mesi di arresto forzato, ma manca ancora il via libera dell’autorità di controllo.

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