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Gaffe Biden, “da Turchia jihadisti, da emirati fondi”

(Keystone-ATS) Una gaffe che può costare cara. Uno scivolone che può mettere in grande difficoltà l’amministrazione Obama impegnata in un enorme sforzo per consolidare l’alleanza anti-Is. E che può seppellire definitivamente le già minime chance di Joe Biden di candidarsi alla Casa Bianca.

Il vicedepresidente americano – che la fama di ‘gaffeur’ se la porta dietro da sempre, nonostante tutti gli riconoscano una grande esperienza – stavolta l’ha combinata veramente grossa. Intervenendo alla Harward Kennedy School ha di fatto accusato apertamente la Turchia di aver fatto entrare tantissimi jihadisti in Siria. E ha criticato alcuni alleati del Golfo Persico per aver finanziato i gruppi dell’estremismo islamico che oggi combattono in Siria e in Iraq. Parole che hanno innescato un vero e proprio terremoto, con Ankara e alcune capitali arabe che hanno espresso tutto il loro disappunto e, in alcuni casi, la loro indignazione.

Il premier turco, Recep Tayip Erdogan, il più arrabbiato: “Devono chiedere scusa”, ha detto. E le scuse alla fine sono arrivate, direttamente dalla Casa Bianca: “Il vicepresidente si è scusato per ogni implicazione sul fatto che la Turchia e gli altri alleati e partner nella regione abbiano facilitato la crescita dell’Is e di altri estremisti violenti in Siria”.

Tangibile l’imbarazzo di Washington per un episodio che rischia di mandare a monte la tela tessuta nelle ultime settimane dal presidente Barack Obama e dal segretario di stato John Kerry per mettere in piedi una vasta coalizione anti-jihadista. Senza contare che i commenti di Biden arrivano in un momento molto delicato. Il parlamento turco ha infatti appena esteso l’autorizzazione all’uso della forza in Siria, una mozione che potrebbe consentire agli Stati Uniti e agli alleati di usare lo spazio aereo turco negli sforzi anti-Is. Mentre almeno cinque Paesi arabi stanno partecipando attivamente ai raid aerei in Siria e in Iraq, non lasciando solo gli americani e gli inglesi a bombardare. Tra questi ultimi anche l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, contro cui Biden ha puntato il dito accusandoli di aver fornito “centinaia di milioni di dollari e decine di migliaia di armi” a chiunque combatteva il regime di Bashar al Assad. Peccato – ha aggiunto Biden – che questi soldi finivano ad al Nusra, ad al Qaida e ad altri gruppi jihadisti, alcuni dei quali arrivati in Siria da altri Paesi. Parole che i sauditi e gli emiratini non hanno gradito.

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