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Intestino umano riprodotto in chip, per testare nuovi farmaci

(Keystone-ATS) Per la prima volta è stato possibile riprodurre un tessuto vivente in un chip: si tratta della parete interna dell’intestino umano.

Il risultato, pubblicato sulla rivista Cellular and Molecular Gastroenterology and Hepatology, renderà più facile realizzare trattamenti personalizzati per le malattie gastrointestinali.

I ricercatori dell’Istituto americano di Medicina Rigenerativa Cedars-Sinai, a Los Angeles, in collaborazione con una compagnia di Boston che realizza biochip, hanno utilizzato cellule staminali umane per riprodurre un duplicato in miniatura dell’intestino in un chip, in grado di formare strutture ripiegate simili ai villi intestinali del corpo.

L’obiettivo, secondo gli autori, è testare in modo semplice e senza effetti collaterali per i pazienti nuovi farmaci contro malattie intestinali, come colite ulcerosa, sindrome del colon irritabile o patologie infiammatorie croniche con una componente genetica come il morbo di Crohn.

Gli studiosi hanno analizzato il funzionamento dell’intestino in un microambiente controllato, dove le cellule dell’apparato digerente possono interagire con cellule immunitarie, sanguigne e con farmaci. “Accoppiando biologia e ingegneria – ha spiegato Clive Svendsen, uno degli autori – possiamo ricreare un tratto dell’intestino di un paziente colpito da una specifica patologia, evitando interventi chirurgici invasivi. Possiamo produrre un numero potenzialmente illimitato di copie del tessuto e usarle per sperimentare nuove potenziali terapie. Un importante passo avanti – ha concluso – verso la cosiddetta medicina personalizzata”.

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