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Israele: Muro del Pianto, nuova crisi ortodossi-riformati

Congelato il progetto per una ''spartizione egualitaria'' nelle preghiere presso il Muro del Pianto di Gerusalemme. KEYSTONE/EPA/ATEF SAFADI sda-ats

(Keystone-ATS) Il governo israeliano di Benyamin Netanyahu ha congelato oggi, su pressione dei partiti ortodossi della sua coalizione, un progetto già approvato nel 2016 per una “spartizione egualitaria” nelle preghiere presso il Muro del Pianto di Gerusalemme.

Prevedeva l’allestimento di un nuovo settore, destinato agli ebrei riformati e conservativi nonchè ai laici, a ridosso di quello già esistente degli ortodossi. In pratica, implicava uno storico riconoscimento da parte di Israele delle correnti ebraiche riformate e conservative, in cui si riconoscono in prevalenza gli ebrei statunitensi.

Oggi gli ebrei ortodossi sono riusciti a convincere il governo non solo a bloccare la realizzazione di quel piano ma anche a schierarsi con una nuova ”legge sulla conversione” che pure riconosce il primato degli ortodossi sulle altre correnti dell’ebraismo.

Immediate le reazioni negative del direttore del Jerusalem Post – secondo cui si tratta di un ”giorno vergognoso” per Israele – e del presidente della Agenzia Ebraica Nathan Sharansky secondo cui queste decisioni rischiano di avere ripercussioni molto negative nei rapporti di Israele con la Diaspora.

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