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Libia, Haftar conquista il Jufra, ‘preso tutto il sud’

Soldati del "Forze armate libico arabe" (Lna). KEYSTONE/EPA/SABRI ELMHEDWI sda-ats

(Keystone-ATS) Il generale Khalifa Haftar avanza nel centro-sud della Libia e ha conquistato senza difficoltà un distretto, il Jufra, in cui si trova una base aerea di importanza strategica sulla via che porta a Tripoli e Misurata.

“Sì, Al-Jufra è sotto il nostro controllo. In effetti tutto il sud è sotto il nostro controllo”, ha dichiarato all’agenzia italiana ANSA il colonnello Ahmed Almesmari, portavoce delle “Forze armate libico arabe” (Lna) di cui Haftar è comandante generale.

Un altro portavoce della formazione che mescola unità regolari e milizie meno inquadrate, Mohammed Lafiras, ha confermato all’agenzia Anadolu che è stata presa anche la base aerea di Al Jufra. La struttura fornisce “una copertura per colpire una gran parte della Libia occidentale”, ricorda il sito Libya Herald.

La conquista è avvenuta “senza incontrare alcuna resistenza”, ha precisato il portavoce. Media hanno riferito invece di una dozzina di morti nei combattimenti per la presa di tre centri del distretto del Jufra situati circa 250 chilometri a sud di Sirte. Ad opporsi negli ultimi giorni all’avanzata del generale, in corso da mesi nel centro-sud della Libia, sono state soprattutto le “Soraya Difaa Benghazi” (Brigate di difesa di Bengasi, Bdb) combattenti anti-Gheddafiani radicali scacciati dalla città costiera nell’ambito della lotta che Haftar ha condotto contro i jihadisti con la “Amaliyet al Karama” (l’Operazione dignità). Era stato però di “circa 140 morti” anche secondo un comunicato di un’agenzia Onu, il bilancio di un attacco portato due settimane fa da milizie misuratine e, fra le altre, delle Bdb, contro forze di Haftar insediate nella base aerea di Brak Al-Shati, 250 km più a sud ovest.

Già venerdì il colonnello Almesmari aveva indicato che ora si punta a nord-ovest, su Bani Walid, città a soli 140 km da Tripoli, non però con ambizioni ‘politiche’ di conquistare la capitale ma solo per sradicare il “terrorismo” islamico dall’area. Il problema è però che Haftar considera terroriste anche le milizie che appoggiano il premier Fayez Al-Sarraj e nei proclami del generale la ‘liberazione’ di Tripoli continua a ricorrere: da ultimo ancora a metà del mese scorso, appena due settimane dopo il faccia a faccia di Abu Dhabi in cui sarebbero state abbozzate intese peraltro rimaste solo indiscrezioni senza conferme ufficiali.

L’avanzata di Haftar ha avuto l’appoggio di raid aerei egiziani lanciati ufficialmente per colpire terroristi islamici legati alla strage di 29 cristiani uccisi dall’Isis in un bus venerdì scorso nel deserto centrale. “Secondo analisti è più che certo che i raid egiziani siano stati eseguiti per spianare la strada a Khalifa Haftar”, ha detto all’ANSA questa settimana Jamal Zubia, portavoce dell’ex-premier Khalifa Al-Ghweil.

Il generale peraltro ormai già più di due anni fa aveva annunciato “l’inizio della liberazione di Tripoli dai covi terroristi”, a conferma delle valutazioni di analisti secondo i quali non avrebbe le forze per portarla a termine.

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