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Madrid prepara nuovo mandato cattura UE contro Puigdemont

Carles Puigdemont. KEYSTONE/EPA/STEPHANIE LECOCQ sda-ats

(Keystone-ATS) A quasi due mesi dalle elezioni vinte dagli indipendentisti catalani, Madrid si prepara a lanciare un nuovo euro-mandato di cattura contro il presidente deposto della Catalogna, Carles Puigdemont.

La mossa dovrebbe scattare fra marzo e aprile quando il giudice del tribunale supremo spagnolo Pablo Llarena incriminerà formalmente e rinvierà a giudizio i leader indipendentisti catalani per “ribellione”. Si fa sempre quindi più remota l’ipotesi di un ritorno al potere di Puigdemont, da novembre in esilio in Belgio.

Llarena chiederà di nuovo al Belgio di arrestare Carles Puigdemont e di rimandarlo in Spagna dove rischia una condanna a 30 anni di carcere per avere portato avanti il progetto politico della indipendenza. Il primo mandato europeo era stato ritirato in dicembre per il timore che fosse bocciato dalla giustizia belga.

Llarena lavora per rendere più convincente, scrive La Vanguardia, il nuovo mandato. Al momento della incriminazione formale il President e i parlamentari ancora in carcere, il leader di Erc Oriol Junqueras e il capogruppo della lista JxCat di Puigdemont Jordi Sanchez saranno interdetti inoltre dai pubblici incarichi.

Per ora però JxCat (34 dei 70 seggi indipendentisti su 135 nel Parlament, contro 32 Erc e 4 Cup) esigere sempre che Puigdemont sia rieletto ‘a distanza’ a Bruxelles, nonostante la corte costituzionale spagnola abbia posto il veto. Dal carcere di Madrid dove è rinchiuso da 110 giorni Junqueras ha di nuovo tagliato l’erba oggi sotto i piedi dell’alleato, avvertendo che “lo stato spagnolo non permetterà mai una presidenza effettiva da Bruxelles”.

Nonostante le scintille, le due grandi famiglie dell’indipendentismo hanno ripreso le trattative per cercare una soluzione. Che sembra irraggiungibile finché il presidente regtiojnale non accetterà di ‘sacrificarsi’. “Lo sanno tutti che Puigdemont non potrà essere rieletto” dice l’analista Jordi Juan: “ma dalle elezioni non c’è stato modo di convincerlo che la sua situazione giudiziaria lo rende incompatibile con l’esercizio del mandato”.

Puigdemont ha pure rifiutato finora la formula inventata da Junqueras, quella di una presidente “legittimo ma simbolico”, cioè lui, accanto ad un “presidente effettivo” in grado di formare il governo a Barcellona e mettere fine cosi al commissariamento della Catalogna da parte di Madrid, recuperando le istituzioni autonome.

Dietro le quinte però appaiono nomi di possibili ‘altri’ candidati, se scatterà un ‘piano B’, per evitare un pericoloso ritorno alle urne in maggio, sempre sotto amministrazione madrilena. Junqueras oggi ha parlato di Marta Rovira, segretaria di Erc, “un gigante”. Circolano pure quelli di Elsa Artady, braccio destro di Puigdemont, e dell’ex-portavoce del Govern Jordi Turull. O dello stesso Junqueras, e di Jordi Sanchez. Che però sono in carcere a Madrid.

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