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Messico: strage in discoteca in Messico, 5 morti e 15 feriti

La zona della sparatoria. KEYSTONE/AP Por Esto! de Quintana Roo sda-ats

(Keystone-ATS) Cinque morti e 15 feriti sono il bilancio dell’attacco di un solo uomo davanti alla discoteca Blue Parrot di Playa del Carmen (Messico), nel giorno di chiusura di un noto festival di musica elettronica.

La tragedia è scoppiata in pochi minuti, qualche attimo dopo le 3 del mattino (le 9 in Svizzera) davanti ad uno dei locali dove si tiene il Festival BPM (Bartenders, Promoters, Musicians), un appuntamento che da dieci anni si svolge nella cittadina dello Yucatan messicano, affacciata sulle acque cristalline del Mare Caraibico.

Davanti al Blue Parrot – un locale alla moda nel centro di Playa del Carmen, davanti alla spiaggia – un uomo spara all’impazzata: una raffica di colpi che semina la morte dentro alla discoteca e scatena il panico fra il pubblico che partecipava alla festa.

Chi è stato il responsabile della strage? Perché lo ha fatto? I dettagli dell’attacco non sono ancora stati stabiliti, ma i cinque morti e la lunga lista di ricoverati con ferite di arma da fuoco dimostrano che gli spari sono stati tanti, e tutti diretti verso la folla.

Le autorità locali escludono un attacco terroristico e parlano di una discussione all’interno della discoteca, forse un cliente che non voleva pagare il conto. La stampa ipotizza invece una rappresaglia di trafficanti di droga, ai quali sarebbe stato vietato l’accesso (e lo spaccio) al Blue Parrot.

Fatto sta che fra le cinque vittime almeno tre sono canadesi che facevano parte del servizio di sicurezza del locale, fra i quali il loro capo. Il che dimostra, come ha indicato Rodolfo Del Angel, comandante della polizia di Quintana Roo – lo stato dove si trova Playa del Carmen – che c’era stato un problema all’ingresso della discoteca che aveva messo in allerta i buttafuori.

Non è ancora chiaro se la vittima italiana, Daniel Pessina – di origini milanesi, che viveva e lavorava da tempo in Messico – lavorasse per l’occasione al Blue Parrot o fosse andato al locale per la festa. Di certo non era un turista, giacché era residente in Messico da tempo, dove lavorava come chef al ristorante “Gusto artisan food market” nella piazza principale di Sayulita, località turistica sul Pacifico nello stato del Nayarit, dalla parte opposta del Messico rispetto a Playa del Carmen.

Gli spari hanno scatenato il panico dentro alla discoteca, dove i clienti hanno cercato di fuggire attraverso l’uscita di servizio o di proteggersi nascondendosi sotto i mobili, mentre sui social network si moltiplicavano le testimonianze di chi aveva assistito alla strage da vicino e visto la morte negli occhi.

Il caos che si è scatenato per le strade della località turistica potrebbe aver aiutato il killer a fuggire: si è dileguato fra la folla senza che nessuno lo abbia identificato.

La polizia locale ha fatto sapere di aver fermato quattro persone poco prima dell’alba, mentre si stanno esaminando le registrazioni delle telecamere di sicurezza. Ma non è stato ancora annunciato nessun arresto, né qualche indizio che permetta di capire il motivo che ha scatenato la tragedia.

La Riviera Maya, e in generale lo Yucatan messicano, sono rimasti finora al riparo dell’ondata di brutale violenza criminale che insanguina ogni giorno il Messico. Ma la strage di oggi fa temere che anche la tranquilla e pacifica Playa del Carmen possa diventare come Acapulco, l’epicentro turistico della costa pacifica messicana record per gli omicidi legati alle bande narcos.

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