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Razzismo: “Il re leone” è un film problematico, dice professoressa

Un'immagine tratta dal nuovo remake del Re Leone. KEYSTONE/AP Disney sda-ats

(Keystone-ATS) “Il re leone” è un film razzista? “Non nettamente razzista, ma presenta diversi problemi”, risponde Ana Sobral, professoressa assistente di letteratura globale in inglese all’università di Zurigo.

La pellicola di Walt Disney – un remake fotorealistico di animazione computerizzata dell’omonimo film d’animazione del 1994, che esce nei cinema in queste settimane – “consolida l’immagine di un’Africa a-storica, di un continente senza storia”, afferma la specialista di studi coloniali in un’intervista pubblicata oggi da Tages-Anzeiger e testate consorelle.

Già nella versione precedente era stata criticata per esempio la rappresentazione delle iene, di colore scuro e che si esprimevano in uno slang afro-americano. La figura del re è inoltre collegata alla cultura europea: in quella africana normalmente il sire viene visto come un tiranno, mentre nel film appare raffinato e civile, anche per via delle voci europee, osserva Sobral.

La ricercatrice critica pure il dialetto arcaico parlato dalla scimmia-sciamano. “In questo si riflette un’Africa esotica, l’idea che le persone lì abbiano delle conoscenze che noi non avremo mai: questa fantasia è altrettanto pericolosa della rappresentazione di un’Africa primitiva”. Anche la musica veicola messaggi: quando i sentimenti si fanno pesanti e per esempio vi è in gioco la tristezza o la paura i suoni diventano europei, mentre dove a primeggiare sono la gioia o la forza la colonna sonora diventa africana.

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