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Servizi segreti: lanciato referendum, rischio schedature di massa

(Keystone-ATS) L’Alleanza contro lo Stato ficcanaso ha lanciato oggi il referendum contro la Legge sul Servizio informazioni (LSI) appena approvata dal Parlamento dopo una gestazione durata anni.

Grazie alla possibilità di agire preventivamente sulla base di supposizioni – sostiene l’Alleanza – gli estesi poteri concessi ai servizi segreti trasformano il singolo cittadino in un potenziale sospetto, aprendo in questo modo la porta a una sorveglianza di massa di milioni di persone innocenti.

La raccolta delle 50’000 firme necessarie incomincerà il 16 ottobre con scadenza il 16 di gennaio. Secondo il comitato promotore – di cui fanno parte Verdi e Gioventù socialista, cui potrebbero aggiungersi anche il Partito socialista, sindacati, associazioni per la difesa dei diritti umani (dirittifondamentali.ch) e il Gruppo per una svizzera senza esercito – la LSI erode in maniera massiccia la sfera privata, col rischio di sfociare in un’inutile sorveglianza di migliaia di persone.

Il fatto di partecipare a una manifestazione o di portare una barba un po’ folta potrebbe diventare pretesto per una sorveglianza preventiva di conversazioni telefoniche, email, computer, sulla base di semplici congetture.

Per Fabian Molina, presidente di Gioventù socialista, il caso Snowden dimostra che, grazie agli attuali sistemi di sorveglianza, possono essere controllate milioni di persone preventivamente. “Solo i servizi segreti britannici – ha spiegato – nel 2013 hanno controllato 600 milioni di collegamenti telefonici al giorno”.

I servizi segreti, ha aggiunto, “hanno tendenza ad andare oltre gli obiettivi prefissati, e ciò nonostante leggi severe che ne dovrebbero controllare le attività, come accaduto con scandalo delle schedature del 1989 in Svizzera e, più recentemente, nel 2010, quando si è scoperto che migliaia di persone erano ancora sotto controllo”. Da allora ci è stato detto che azioni di sorveglianza così estese non si sarebbero ripetute, ha spiegato Molina.

Per i consiglieri nazionali Regula Rytz (Verdi/BE) e Jean-François Schwaab (PS/VD), la LSI rappresenta una rottura fondamentale col passato, un attacco senza precedenti ai diritti fondamentali, come è stato più volte denunciato durante i dibattiti in Parlamento, dove la maggioranza ha purtroppo fatto proprio l’adagio “il fine giustifica i mezzi” nel nome della lotta al terrorismo.

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