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Un netto “sì” per la sicurezza alimentare

Sicurezza alimentare: decreto approvato con il 78,73% dei voti (foto d'archivio). KEYSTONE/WALTER BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) Tutto come previsto alle urne per il decreto federale sulla sicurezza alimentare: il testo è stato approvato nettamente con il 78,73% dei voti (1’942’931 schede). La partecipazione si è attestata al 46,41%.

Tutti i cantoni hanno accettato il testo: in Ticino è stato accolto con l’87,68% (83’989 voti) e nei Grigioni i favorevoli hanno invece raggiunto il 74,52% (43’394). La partecipazione nei due cantoni è stata rispettivamente del 43,05% e del 43,46%.

Addirittura clamoroso il risultato del canton Vaud, dove si è registrato il 92,03% di favorevoli. Netti anche altri risultati, come quelli nel canton Ginevra (88,33% di “sì”) e nel Giura (89,76%). I più tiepidi – ma non troppo – sono stati invece gli svittesi (69,13%).

Il decreto è nato in parlamento come controprogetto diretto all’iniziativa popolare “Per la sicurezza alimentare” dell’Unione svizzera dei contadini (USC), poi ritirata.

Sono cinque i pilastri su cui si fonda il testo. In primo luogo chiede di garantire la conservazione delle basi per la produzione agricola, in particolare le terre coltive, ma anche l’acqua e le nozioni tecniche.

Secondariamente, la produzione alimentare deve essere adeguata alle condizioni locali per non gravare eccessivamente sugli ecosistemi, impiegando in maniera efficiente le risorse disponibili, come il suolo, l’acqua e le sostanze nutritive.

In terzo luogo, bisogna consolidare la posizione di mercato della filiera agroalimentare svizzera, riducendo l’intervento statale e orientando maggiormente l’offerta alle esigenze del mercato.

Quarto: migliorare le relazioni commerciali con l’estero, vista la dipendenza della Svizzera dalle importazioni alimentari, di macchinari agricoli, di carburante e concime. In tal modo, secondo i fautori, si aumentano anche le opportunità per i contadini di esportare i loro prodotti.

È infine importante ridurre i rifiuti, producendo alimenti nel rispetto delle risorse.

Una linea guida

Commentando l’esito scaturito dalle urne in molti hanno sottolineato l’importanza di utilizzare la decisione odierna come linea guida per il futuro. L’Unione svizzera dei contadini (Usc) si aspetta ad esempio che le coordinate del nuovo articolo costituzionale vengano rispettate per ogni futura decisione legislativa. Il risultato, secondo gli agricoltori, dimostra che i cittadini sono coscienti delle sfide nazionali e globali e vogliono fare la loro parte, poiché la sicurezza alimentare non è una cosa scontata.

I Verdi, dal canto loro, si sono dichiarati soddisfatti, ma hanno sottolineato che la loro iniziativa “Per alimenti equi” rimane comunque necessaria. Il testo intende promuovere la produzione di derrate alimentari provenienti da un’agricoltura rispettosa dell’ambiente, della protezione degli animali e di condizioni di lavoro eque. Una sua approvazione, secondo gli ecologisti, è importante affinché la decisione di oggi non rimanga solamente nelle intenzioni.

Anche l’UDC vede nel risultato un punto di partenza, ma sottolinea la necessità di rafforzare ulteriormente la produzione interna, ad esempio adeguando il sistema dei pagamenti diretti. I democentristi mirano inoltre a fermare il trend che vede la Svizzera come uno dei maggiori importatori pro capite a livello mondiale.

Il PPD si è dal canto suo limitato a esprimere soddisfazione per il risultato e per il rafforzamento della produzione sostenibile. Un comitato comprendente fra gli altri PS e PLR ha anche sottolineato l’importanza dell’apertura ad altri mercati. Il risultato è poi stato accolto positivamente anche da organizzazioni ambientaliste come Greenpeace, Pro Natura e WWF Svizzera.

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