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Sion 2026: stampa, popolo ha preso le distanze da élite

Il no a Sion 2026 è una sberla che dimostra la volontà dei vallesani di sconfessare i propri leader KEYSTONE/DOMINIC STEINMANN sda-ats

(Keystone-ATS) Una lezione di democrazia e uno schiaffo alle élite da parte del popolo vallesano. All’indomani della bocciatura alle urne del progetto per organizzare le Olimpiadi invernali 2026 a Sion, la stampa svizzera è piuttosto concorde sulle ragioni del fallimento.

I cittadini hanno ritenuto di non aver nulla da guadagnare da una manifestazione percepita come unicamente vantaggiosa per i pezzi grossi del mondo politico ed economico, commenta “La Liberté” nella sua edizione odierna.

Gli elettori si augurano piuttosto che lo Stato investa in qualcosa di più utile, scrive il quotidiano friburghese, sottolineando comunque che i fautori del “no” si sistemeranno davanti al televisore per seguire le competizioni, seguendo la logica del “voglio i Giochi, ma non a casa mia”.

Il vodese “24 heures” identifica nella pessima comunicazione portata avanti da alcune personalità di rilievo legate al comitato di organizzazione il motivo del flop. Tra gli imputati citati dal giornale losannese vi sono il focoso padre-padrone del FC Sion Christian Constantin, salito con una simbolica fiamma olimpica sul Cervino, e Jean-Philippe Rochat, avvocato alla testa del comitato poi fattosi da parte dopo il collegamento emerso fra il suo studio legale e lo scandalo dei Panama Papers.

Per la testata locale “Le Nouvelliste”, si tratta di una sberla che dimostra la volontà dei vallesani di sconfessare i propri leader e prendere le distanze da alcune personalità controverse. Per il ginevrino “Le Temps”, i Giochi olimpici sono stati “brutalmente seppelliti”, ma almeno avrebbero avuto il merito di “rilanciare gli investimenti” nella regione. Tira invece un sospiro di sollievo “Le Matin”: “fermarsi qui vuol dire evitare il punto di non ritorno nella polemica politica”.

Troppa imprevedibilità

La sentenza è chiara, fa da parte sua notare il “Tages-Anzeiger”: il Vallese non vuole un evento così imprevedibile. È d’accordo anche l’altro quotidiano zurighese, la “Neue Zürcher Zeitung”, secondo cui la campagna di votazione è stata caratterizzata da troppa confusione e incertezza: il “no” scaturito è il semplice risultato del calcolo fra costi e benefici.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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