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10mila euro al mese al parrucchiere, bufera su Hollande

(Keystone-ATS) Lo stipendio “da ministro” del coiffeur personale di François Hollande scatena un polverone.

Secondo il Canard Enchaîné, in edicola oggi, Olivier B. – questo il nome del fortunato barbiere dell’Eliseo – prende la bellezza di 9.895 euro lordi al mese, poco meno di quello di un ministro (9.950 euro). Una remunerazione ritenuta esorbitante da numerosi esponenti della destra e della stessa gauche di governo.

Nel contratto ufficiale datato 16 maggio 2012, appena pochi giorni dopo l’insediamento di Hollande a palazzo, l’ex capo di gabinetto dell’Eliseo, Sylvie Hubac, assunse il parrucchiere per tutta “la durata del mandato presidenziale”, vale a dire fino al maggio del 2017: 539.700 euro lordi all’anno, a cui si aggiungono i contributi.

In cambio, il ‘Figaro’ presidenziale si impegna a dedicarsi solo al cuoio capelluto di Hollande, un contratto esclusivo, dunque, a cui – salvo deroghe eccezionali – non può cumulare nessun’altra attività. “Olivier è a disposizione del presidente 24 ore su 24, non si fa mai sostituire, neanche per extra e straordinari. Si è perso pure il giorno di nascita dei propri figli…”, spiega la sua legale, Sarah Lévy.

Per la delicata missione alla ‘testa dello Stato’ Olivier deve mantenere un’altra promessa. “Il riserbo assoluto sui lavori effettuati o le informazioni raccolte” al fianco del leader francese. Tanto che a Parigi ci si chiede se per “lavori effettuati” l’Eliseo non intenda prodigiose “extension” o miracolose tinte in grado di invertire la sua malconcia popolarità. Colorazioni a parte, l’Eliseo conferma.

E giustifica quell’invidiabile stipendio con l’impressionante mole di lavoro di Olivier. Giornate interminabili e ferie dosate al contagocce. Peggio. Per star dietro ai capelli di Hollande, il parrucchiere ha dovuto anche chiudere il suo salon de coiffure parigino.

Sébastien Huygue, portavoce dei Républicains, il partito di centrodestra all’opposizione, parla di rivelazioni “scioccanti”, un “delirio assoluto”, soprattutto in tempi di crisi. Tanto più che nella campagna che nel 2012 lo portò all’Eliseo Hollande si presentò come “un presidente normale”, lontano dal ‘bling-bling’ sarkozysta.

Ma critici sono anche i socialisti. Per il parlamentare, René Dosière, l’assunzione del ‘coiffeur privé’ è un grave errore di immagine. “La cosa più deplorevole – osserva il parlamentare della maggioranza – è che questo episodio nasconderà i risparmi che sono stati realizzati durante il suo quinquennio”.

Secondo il ministero dell’Economia, grazie all’attuale presidente, tra il 2012 e il 2015 le spese dell’Eliseo sono infatti diminuite di circa 19 milioni di euro rispetto a quelle della precedente gestione di Nicolas Sarkozy, salvo poi ricominciare a crescere nell’ultimo anno. Mentre infuria la polemica politica, sui social scoppia l’ironia, dall’hashtag ‘coiffeur#gate’ a fotoshop di Hollande con varie capigliature.

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