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AG: formalizzato decreto accusa contro amante virtuale Geri Müller

Geri Müller si esprimeva sulla vicenda nel 2014. KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) La procura regionale del Giura bernese-Seeland ha concluso le indagini nei confronti della “compagna di chat” del sindaco di Baden (AG) ed ex consigliere nazionale dei Verdi Geri Müller e ha formalizzato ieri un decreto d’accusa.

Lo ha indicato oggi all’ats il portavoce della procura Christof Scheurer, confermando una notizia in questo senso diffusa da Tele M1. Secondo l’emittente, il decreto d’accusa chiede che la donna debba farsi carico delle spese procedurali e dell’assistenza legale di Müller, per un totale di circa 24mila franchi, a cui si dovrebbero aggiungere una pena pecuniaria sospesa condizionalmente di 9000 franchi e una multa di 1800 franchi.

Il decreto d’accusa corrisponde a una proposta di pena, ha aggiunto Scheurer: i suoi contenuti verranno resi noti solo quando esso entrerà in vigore e ciò avverrà solo se la donna non presenterà ricorso. Altrimenti bisognerà avviare un nuovo procedimento.

La vicenda degli autoscatti a luci rosse inviati da Geri Müller alla donna era stata rivelata dalla “Schweiz am Sonntag” nell’agosto 2014: il sindaco avrebbe spedito via chat alla 33enne – un’insegnante bernese – fotografie scattate nel suo ufficio in cui appariva nudo.

Tutto era cominciato – secondo quanto raccontato allora dallo stesso politico argoviese – con il progetto di un libro sulle fantasie erotiche che la donna voleva scrivere. La relazione aveva assunto toni sempre più espliciti.

A un certo punto Müller aveva deciso di troncare la storia. La sua “amante virtuale” aveva interpretato la cosa come la fine di una relazione d’amore e aveva minacciato di pubblicare i contenuti delle loro chat. Per questo motivo il politico aveva contattato il suo avvocato e in seguito sporto denuncia per coazione.

Müller si era scusato pubblicamente in una conferenza stampa, ma si era rifiutato di dimettersi, come chiesto dai partiti borghesi. In un primo tempo gli erano erano stati ritirati tutti i settori di cui era responsabile, salvo quelli espressamente previsti dalla legge. Poi, dopo chiarimenti e “un intenso processo di mediazione”, la situazione era tornata alla normalità.

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