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Aldi: punta sul Ticino per crescere, l’Italia non fa paura

Aldi punta sul Ticino per espandersi. KEYSTONE/GEORGIOS KEFALAS sda-ats

(Keystone-ATS) Aldi punta sul Ticino per crescere, senza temere la vicina Italia: vi è ancora parecchio potenziale, afferma il direttore di Aldi Suisse Timo Schuster.

A livello nazionale il dettagliante mira inoltre a occupare nei centri città gli spazi lasciati liberi dai commerci che vedono i clienti trasferirsi su internet.

“Con le nostre undici filiali siamo già ben presenti in Ticino, ma ciò nonostante vediamo ancora molto potenziale, a dispetto della vicinanza con l’Italia”, afferma Schuster in un’intervista pubblicata oggi dalla Neue Luzerner Zeitung. Il cantone sudalpino – ricorda il manager – è interessato fortemente dal turismo degli acquisti: ma ciò malgrado Aldi ha “superato molto bene il rafforzamento del franco”.

In Ticino “ora siamo tornati di nuovo completamente sulla via della crescita: nel prossimo anno apriremo la nostra dodicesima filiale”. L’obiettivo è raggiungere 15 punti vendita.

A livello svizzero Aldi punta invece a 300 negozi. Di recente ha inaugurato a Perlen (LU) il suo terzo centro di distribuzione, dopo quelli di Schwarzenbach – località sangallese dove ha sede Aldi Svizzera, filiale della tedesca Aldi Süd – e Domdidier (FR). A Perlen fanno riferimento anche le succursali ticinesi, fra cui quella più lontana, quella di Chiasso, a 200 chilometri.

Per mettere in pratica la strategia di espansione Aldi deve trovare nuovi immobili. “Con il cambiamento strutturale in atto nel commercio al dettaglio intravediamo nuove opportunità: diverse aziende del settore alimentare stanno rimpicciolendo o addirittura chiudendo i loro negozi”, fa notare Schuster. Questo perché in rami come l’abbigliamento o l’elettronica di consumo le vendite avvengono sempre più online. “Vogliamo occupare queste superfici: la settimana prossima a Zurigo apriremo una filiale a ridosso della stazione centrale”.

“Nei centri vediamo un grande potenziale”, continua il direttore di Aldi. “Nella gran parte delle nostre filiali ci rivolgiamo solo a chi ha l’auto, meno ai pedoni e ai ciclisti. A Zurigo vicino alla stazione ci aspettiamo invece una grande flusso di clienti che arriveranno a piedi, con la bicicletta o i trasporti pubblici. Vogliamo concentrarci ancora di più su questo aspetto nei prossimi anni”.

Il tema dei dettaglianti cosiddetti discounter nel centro è salito alla ribalta della cronaca anche in seguito all’intenzione di Lidl di aprire una filiale nello storico immobile della Fraumünsterpost di Zurigo. Per taluni rappresentanti di associazioni di quartiere – – riferiva di recente 20 Minuten su internet – un discounter in centro non va bene, anche se offre prodotti bio. Meglio a loro avviso sarebbero stand con street food. Un’avversione che trovava peraltro scarsa considerazione nei commenti online.

Aldi è comunque cosciente che nei centri gli affitti sono più elevati. “Non vogliamo avere negozi di prestigio”, puntualizza il 40enne austriaco. “Andiamo lì dove ci sono i clienti: nei centri sussiste il potenziale di fatturato in grado di coprire i costi elevati”.

Negli undici anni di storia nella Confederazione Aldi è costantemente cresciuta. “Siamo ancora parecchio lontani da Coop e Migros, ma ci siamo avvicinati”, osserva il dirigente. La concorrenza con i giganti del settore non è più ormai limitata al rapporto prezzo/prestazioni, bensì si articola anche in altri campi, come per esempio quello dell’ecologia.

Secondo Schuster, Migros e Coop ostacolano in modo sottile Aldi, per esempio non ammettendola nei centri dove sono proprietari oppure in quelle strutture in cui hanno un importane influsso perché affittano ampie superfici. O ancora, nel settore dei marchi: a causa dell’influenza dei due concorrenti Aldi non può utilizzare le etichette IP-Suisse e Bio-Suisse, sebbene adempierebbe i criteri per farlo.

Per Schuster queste sono chiare limitazioni della libera concorrenza, che vanno a scapito dei clienti e dei produttori. Ma “l’escalation non è nello stile di Aldi, puntiamo da anni sul dialogo”.

Il numero uno di Aldi Suisse non teme inoltre l’ultima novità di Lidl, che in una filiale a Winterthur (ZH) propone il 20% di sconto a chi fa la spesa dopo le 17.00. “Non ho una buona opinione dei prezzi flessibili”, spiega Schuster. “Da noi ogni cliente paga in ogni momento lo stesso prezzo: non esiste che un cliente che arriva 10 minuti dopo ottenga un prezzo migliore di quello che si è presentato prima”.

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