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Banche: studio consumatori, bruciati 108 mld in 32 anni

(Keystone-ATS) Tra crack bancari e dissesti industriali, in Italia oltre 2 milioni di risparmiatori italiani hanno visto evaporare 108 miliardi di euro negli ultimi 32 anni, a causa della cattiva gestione dei banchieri ma anche delle authority di controllo.

Lo calcolano le due associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori che definiscono la banca Monte dei Paschi di Siena (MPS) ”la madre di tutti i crac” ed è indicata come il caso più oneroso, ”che dopo aver bruciato 32,2 miliardi nel decennio, ha bisogno di ulteriori 9 miliardi di fondi per non fallire”.

Lo studio parte dal 1984 e arriva fino ai giorni nostri e mette in risolato che ”mentre nella prima metà del periodo, fino al 2001, sono stati colpiti 311.750 investitori, per una perdita complessiva equivalente a 9,755 miliardi di euro (di fatto 18,889 miliardi di vecchie lire ), negli anni successivi dal 2001 al 2016 ha visto coinvolgere 1.690.750 cittadini per 98,188 miliardi di euro ”la cui origine può essere datata alla conclusione del processo di privatizzazione degli istituti bancari (1995)”.

I consumatori partono dal ”gravissimo scandalo di MPS”, la più antica banca italiana ”ridotta in cenere in meno di un decennio, che per 544 anni aveva resistito a carestie, pestilenze, invasioni barbariche terremoti”. “Al 31 dicembre 2005 – spiegano i presidenti di Adusbef Elio Lannutti e di Federconsumatori Rosario Trefiletti – MPS capitalizzava in Borsa 12,2 mld di euro. Ora, dopo aumenti di capitale per circa 20,5 miliardi di euro per finanziare la sciagurata acquisizione di Antonveneta e dopo aver bruciato 32,2 miliardi di euro nel decennio, ha bisogno di ulteriori 9 miliardi di fondi pubblici”. ”MPS gestita dall’ex presidente dell’Associazione bancaria italiana (ABI) Giuseppe Mussari, è la madre di tutti i crac degli ultimi 32 anni”, dicono Lannutti e Trefiletti.

Tra gli ultimi casi anche il crac delle banche venete: la popolare di Vicenza di Giovanni Zonin e la Veneto Banca di Vincenzo Consoli. I consumatori calcolano un danno 18,9 miliardi di euro per 210.000 mila azionisti (120.000 BpVi, 90.000 Veneto Banca) tra azzeramento del valore delle azioni (10 miliardi), perdite ultimi 3 anni (per 4 miliardi), aumenti di capitale (4,9 miliardi).

Ma questo è solo l’ultimo anello di quella che viene descritta come una lunga catena di scandali e crac: Bipop-Carire (2002); Banca Popolare di Lodi (2005); Banca Italease (2008); Tercas (2012); Banca Popolare di Milano (2012); Carige (2014).

Guardando all’ammontare dei risparmi bruciati la classifica vede in testa MPS seguita dalle due banche venete. Subito dopo ci sono, appaiati, gli scandali di Parmalat (14 miliardi di euro di 175mila concittadini) e dei tango bond a (14 miliardi di 450mila famiglie), quindi i casi Bipop Carire (6,6 miliardi di euro e 73.500 risparmiatori coinvolti) e Lehman Brothers (6 mld di euro) fino ai bail in delle quattro banche – Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e Carife – costato 4 miliardi di euro (2,3 anticipati dal Fondo di Risoluzione ed 1,7 miliardi come prestito garantito da Cassa Depositi e Prestiti per 400 miliardi). Ci sono poi i casi dei bond Cirio (1,3 miliardi) e il crac Deiulemar (800 milioni di euro a danno di 13.000 famiglie di Torre del Greco).

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