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Barometro UBS di PMI e grandi imprese: buoni segnali per industria

Nuovi segnali di miglioramento della situazione economica per l'industria svizzera. KEYSTONE/GEORGIOS KEFALAS sda-ats

(Keystone-ATS) Nuovi segnali di miglioramento della situazione economica per l’industria svizzera: nel secondo trimestre il barometro UBS delle piccole e medie imprese (PMI) è salito a -0,16 punti, contro i -0,18 punti dei primi tre mesi dell’anno.

Per le grandi aziende, che rispetto a quelle più piccole hanno risentito meno del rafforzamento del franco, si è passati da 0,24 a 0,52 punti.

“L’industria sembra aver iniziato a risalire la china”, commentano gli economisti di UBS in un comunicato odierno. Nel secondo trimestre i barometri hanno raggiunto il livello più alto dall’ottobre 2014.

Per quanto riguarda le PMI al miglioramento hanno contribuito soprattutto l’incremento delle commesse e il portafoglio ordini leggermente superiore rispetto al mese precedente. Le previsioni inerenti alle commesse per il terzo trimestre non erano tuttavia molto rosee, un fatto che probabilmente ha impedito un innalzamento più marcato del barometro.

Per le grandi imprese – quelle cioè con più di 200 dipendenti – l’aumento è dovuto in particolare alle maggiori commesse rispetto all’anno precedente, al portafoglio ordini superiore e al più elevato livello produttivo.

Analizzando il quadro a livello settoriale, nell’edilizia sia le PMI che le grandi aziende hanno giudicato ancora buona la loro attuale situazione economica, nonostante l’ulteriore rallentamento della dinamica subentrato negli scorsi mesi. Entrambe le categorie di imprese hanno dovuto fare i conti con il calo degli ordini e l’erosione degli utili, ma le PMI risultano leggermente più colpite. Considerato che tutti prevedono una diminuzione dei prezzi nel terzo trimestre 2016, la pressione sui margini non sembra destinata ad allentarsi nel prossimo futuro.

La stima dei grandi studi di architettura e ingegneria circa la domanda era leggermente migliore rispetto al rilevamento precedente, migliore anche di quella delle PMI del settore. Entrambi i tipi di impresa giudicano l’andamento degli affari nel secondo trimestre 2016 in modo migliore rispetto all’edilizia.

Le grandi imprese nel settore dei servizi ritengono ancora buono l’andamento dei loro affari nel secondo trimestre 2016, ma nettamente peggiore rispetto all’ultimo trimestre 2015. Nel caso delle PMI la valutazione negli scorsi trimestri è peggiorata in maniera solo marginale. Dopo una lunga fase di aumento della domanda, nel secondo trimestre 2016 sia le PMI sia le grandi imprese hanno dovuto fare fronte a una flessione, una tendenza che potrebbe incrementare la pressione sui prezzi e di conseguenza anche sui margini.

Nel commercio al dettaglio la situazione dei grandi gruppi è migliorata leggermente, ma è sempre al di sotto del livello precedente la soppressione del cambio minimo euro/franco. La valutazione della situazione economica delle PMI è rimasta ferma al basso livello degli scorsi mesi. L’intero ramo continua a lottare con margini bassi e prezzi sotto pressione. Questa difficile situazione economica si riflette nell’occupazione, giudicata troppo elevata.

Nel turismo le grandi imprese giudicano appena sufficiente lo stato degli affari, mentre le PMI lo vedono negativo. Oltre alle difficoltà sul fronte monetario, ha probabilmente inciso anche l’inverno poco nevoso. I ricavi sono ancora sotto pressione, indipendentemente dalla grandezza dell’impresa, e per il trimestre in corso le aziende non prevedono una ripresa dei fatturati.

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