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Borsa svizzera: chiude in ribasso, SMI -0,22%

(Keystone-ATS) La borsa svizzera ha chiuso in lieve ribasso una giornata assai poco movimentata. L’indice dei valori guida SMI ha terminato a 8663,54 punti, in flessione dello 0,22% rispetto a ieri, mentre il listino globale SPI ha perso lo 0,20% a 9551,88 punti.

La seduta si è rivelata letargica, con bassi volumi di contrattazione e contenuta volatilità. Per gli investitori la parola d’ordine era ancora una volta: prudenza. Pochi hanno voluto impegnarsi prima di vedere gli sviluppi su due fronti, quello politico e quello monetario.

Riguardo al primo, incombono le elezioni olandesi: domani si saprà fino a dove riuscirà ad arrivare l’euroscettico Geert Wilders. I timori non sono tanto legati ai Paesi Bassi, quanto al segnale che il voto potrebbe dare in relazione a un altro appuntamento con le urne, quello in Francia.

In materia di costo del denaro pesano le incertezze circa le future mosse della Federal Reserve: non tanto sull’aumento del tasso direttore di domani, che appare sicuro, quanto sui futuri sviluppi. C’è quindi da scommettere che le parole della presidente Janet Yellen saranno ascoltate con estrema attenzione.

Sul fronte congiunturale l’indice Zew sulle aspettative economiche degli investitori in Germania è salito meno del previsto in marzo. E il nuovo calo del prezzo del petrolio non ha certo aiutato i corsi.

In Svizzera i riflettori erano puntati su Geberit (-2,60% a 430,50 franchi), che ha pubblicato cifre 2016 inferiori alle attese degli analisti. Fra i valori più sensibili ai cicli economici in negativo si sono mossi anche Adecco (-0,29% a 69,80 franchi) e LafargeHolcim (-1,12% a 57,25 franchi), mentre si è smarcata ABB (+0,13% a 22,74 franchi). Nel segmento del lusso Swatch (+0,23% a 347,10 franchi) è sembrata più tonica di Richemont (-0,07% a 76,70 franchi): il CEO Nick Hayek ha parlato di un buon inizio 2017 per la società di Bienne (BE).

In rosso hanno chiuso i bancari UBS (-0,68% a 15,98 franchi), Credit Suisse (-0,97% a 15,37 franchi) e Julius Bär (-1,27% a 49,07 franchi), nonché gli assicurativi Zurich (-0,28% a 282,80 franchi), Swiss Life (-0,96% a 320,80 franchi) e Swiss Re (-1,11% a 89,25 franchi).

Fermo al palo è rimasto il comparto farmaceutico, con Actelion (-0,25% a 275,70 franchi), Novartis (-0,20% a 75,60 franchi) e Roche (-0,12% a 259,30 franchi). Ha per contro trainato il listino Nestlé (+0,20% a 76,05 franchi).

Completano il quadro delle blue chip Givaudan (-0,55% a 1813,00 franchi), SGS (-0,19% a 2131,00 franchi), Swisscom (+0,07% a 447,80 franchi) e Syngenta (+0,07% a 441,30 franchi).

Nel mercato allargato sorvegliata speciale era Galenica (-5,13% a 1165,00 franchi), che non ha convinto con i risultati annuali e che ha fornito dettagli riguardo all’entrata in borsa di una sua divisione. Hanno informato sull’andamento degli affari e sulla politica dei dividendi anche Siegfried (+0,08% a 237,00 franchi), Rieter (+3,12% a 204,90 franchi), Tornos (-2,46% a 3,57 franchi), Huber+Suhner (+0,63% a 64,00 franchi), Inficon (-0,17% a 433,00 franchi) e Liechtensteinische Landesbank (-1,15% a 47,40 franchi). Leonteq (+12,01% a 34,50 franchi) si è rivelata una volta ancora assai volatile: stando agli operatori sul mercato sta agendo un grande investitore che sta facendo man bassa del titolo.

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