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Brexit: Cameron, Turchia in Ue nemmeno remotamente su tavolo

David Cameron non crede a un ingresso imminente della Turchia nell'Ue Keystone/EPA POOL/FACUNDO ARRIZABALAGA / POOL sda-ats

(Keystone-ATS) L’ipotetico ingresso della Turchia nell’Ue “non è neppure remotamente sul tavolo”.

Lo ha affermato oggi in un dibattito alla Camera dei Comuni il primo ministro britannico, David Cameron, in risposta ai timori degli euroscettici, ribadendo quindi – in vista del referendum sulla Brexit del 23 giugno – la sua convinzione che il Regno Unito sarà “più sicuro e più prospero” se resterà in Europa.

Rispetto all’adesione di Ankara, Cameron è stato netto: “Non credo che avverrà per decenni”. Il premier ha poi ripetuto di non avere un piano B sul referendum, di puntare soltanto a evitare il divorzio, ma di essere comunque intenzionato a non dimettersi anche se a giugno vincesse la Brexit.

Ha poi ammesso che l’accordo raggiunto dal suo governo con Bruxelles non risolve “tutti i difetti” dell’Ue, insistendo in ogni modo che abbandonarla “sarebbe molto dannoso” per l’economia britannica e porterebbe al regno un decennio “d’instabilità”. Ha infine assicurato che Londra non parteciperà a un percorso di maggiore integrazione, malgrado altri Paesi intendano farlo.

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