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Capo ricerche conferma, pilota MH370 ha compiuto ammaraggio

Capo ricerche conferma, pilota MH370 ha compiuto ammaraggio (foto simbolica d'archivio). KEYSTONE/AP/JOSHUA PAUL sda-ats

(Keystone-ATS) Il dirigente che coordina le ricerche dell’aereo della Malaysia Airlines, il volo MH370 scomparso dai radar con 238 persone a bordo l’8 marzo 2014, ha ammesso per la prima volta che i danni osservati suggeriscono sia stato fatto un ammaraggio.

Peter Foley, dell’Australian Transport Safety Bureau, direttore del programma di ricerca operativa dell’MH370, ha detto ieri sera nel programma 60 Minutes del canale tv australiano 9 che la severa erosione lungo il bordo di due pezzi d’ala recuperati indica un ‘atterraggio controllato’ nell’oceano.

È un’ammissione significativa perché un tale scenario è in contrasto con la teoria preferita dagli investigatori, secondo cui il jet non era sotto il controllo del pilota nella tragica fine del suo viaggio. La nuova tesi, inoltre, dà peso alla ipotesi che sia stato il pilota, con un’azione deliberata, a portare l’aereo verso gli abissi.

Teoria quest’ultima emersa di recente tramite un documento confidenziale della polizia malese, cui ha collaborato anche l’Fbi e pubblicato dal New York magazine, da cui emerge che il comandante Ahmad Zaharie, meno di un mese prima dell’incidente, aveva effettuato con un simulatore casalingo un volo suicida con una rotta simile a quella che si ritiene abbia seguito il volo MH370 scomparso nell’Oceano Indiano meridionale.

Anche Larry Vance, uno dei maggiori esperti al mondo di incidenti aerei ed ex investigatore capo del Canadian Transportation Safety Board, ha detto al programma di ritenere che il Boeing fosse pilotato alla fine del suo volo. Vance, che ha scritto il rapporto investigativo sul disastro del volo SwissAir 111 precipitato nel 1998 al largo della Nova Scozia (Canada) uccidendo le 229 persone a bordo, ha basato la sua analisi in parte sui danni chiaramente visibili sul bordo del flaperon di un’ala, recuperato su una spiaggia del territorio francese dell’Isola di Réunion, al largo del Madagascar, un anno fa. “Qualcuno ha pilotato l’aereo in acqua”, ha detto. “Non vi è una teoria alternativa che si possa seguire, fra tutte le teorie potenziali che si possano ipotizzare”. Anche l’assenza di un gran numero di pezzi del volo MH370, secondo l’esperto, giustifica la teoria dell’atterraggio in mare.

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