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Carna Grischa: fa mea culpa, adotta misure e licenzia 2 dipendenti

(Keystone-ATS) Carna Grischa al contrattacco: l’azienda grigionese al centro dell’ultimo scandalo alimentare di etichettature truccate fa mea culpa e si scusa con i clienti, ma nega l’esistenza di manipolazioni sistematiche, parlando di “casi singoli estremamente riprovevoli”. In una conferenza stampa odierna a Landquart (GR), dove ha sede il gruppo, i vertici hanno presentato una serie di misure immediate prese per garantire la qualità. Due dipendenti sono stati licenziati.

Carna Grischa esprime profondo rincrescimento per le irregolarità emerse nel commercio della carne, si scusa con i clienti e promette la massima cooperazione con la procura per far luce su quanto accaduto, ha affermato il presidente del consiglio di amministrazione (Cda) Ettore Weilenmann.

Le indagini interne mostrano che la gran parte delle violazioni delle norme concernono il periodo precedente al 2013, quando era attiva un’altra dirigenza. “Ciò nonostante abbiamo dovuto constatare che anche l’anno scorso vi sono state irregolarità”, ha puntualizzato Weilenmann, parlando di una buona dozzina di casi. “Personalmente non ero al corrente di alcuna manipolazione”, ha aggiunto. Le indagini sui casi a partire dal 2013 hanno fatto emergere la responsabilità di due collaboratori che sono stati allontanati.

Per quanto è dato a sapere oggi non vi sono stati abusi sistematici, indica l’impresa. Si parla di singoli casi nel quadro di un volume d’affari molto alto. La quota di errori è nell’ordine dei per mille. “Questi episodi sono comunque inaccettabili”, ha precisato Weilenmann.

Quanto successo – carne di cavallo venduta come se fosse di manzo, polli ungheresi spacciati come svizzeri, prodotti congelati fatti passare per freschi e manipolazioni delle date di scadenza – “è in totale contraddizione con le direttive di qualità e di comportamento” dell’impresa, ha osservato Weilenmann.

Stando allo stesso dirigente la vicenda è diventata pubblica a causa di un dipendente che dopo quattro mesi di attività è stato licenziato per prestazioni insufficienti. “Avremmo preferito se si fosse annunciato al direttore o al consiglio di amministrazione”, ha affermato Weilenmann. Questa persona ha inoltre essa stessa dichiarato in modo falso la carne. Il documento è stato pubblicato dal “SonntagsBlick”, ha aggiunto.

Il numero uno del Cda stima che a causa dello scandalo il gruppo, che ha un giro d’affari annuo di 30 milioni di franchi, vedrà i ricavi scendere del 30%. L’azienda è comunque intenzionata a mantenere per quanto possibile i clienti. Il settore del pollame, dove a quanto sembra è avvenuta la gran parte delle manipolazioni, contribuisce per il 2% alle vendite complessive.

Per correre ai ripari Carna Grischa ha adottato quattro misure immediate. In primo luogo un laboratorio alimentare è stato incaricato di effettuare controlli casuali per verificare contenuto ed etichettatura dei prodotti. Secondariamente un esperto esterno controllerà ordinazioni e forniture. Terzo punto, altri consulenti indagheranno sui processi di produzione: sulla base delle loro analisi potrebbero essere stabiliti ulteriori provvedimenti. Infine, l’azienda ha istituito una piattaforma in cui i dipendenti possono segnalare in modo anonimo eventuali irregolarità.

“Grazie a queste misure possiamo assicurare che i clienti riceveranno la merce ordinata della qualità e dell’origine da loro voluta”, ha affermato Weilenmann. Carna Grischa accoglie con favore anche l’inchiesta avviata dal ministero pubblico grigionese e fa sapere che coopererà pienamente. “Abbiamo il massimo interesse a chiarire completamente quanto accaduto”, ha concluso il presidente.

Carna Grischa – che si fa pubblicità con lo slogan “mehr Fleisch fürs Geld”, cioè una maggiore quantità di carne per gli stessi soldi – si è fatta nel frattempo più discreta nei suoi movimenti. Come testimoniano foto pubblicate dai portali online dai furgoni è infatti sparito il logo aziendale. Gli automezzi della società continuano ad avere la classica livrea blu-celeste-bianca, ma le scritte sono state coperte di bianco.

L’impresa si impegna anche a migliorare la sua immagine. I suoi comunicati sono firmati da Jürg Wildberger, un esperto di pubbliche relazioni ed ex giornalista molto noto nella Svizzera tedesca, che di recente, stando alla stampa, è stato anche consulente del costruttore svedese di Saab per promuovere i Gripen nella Confederazione.

Sulla vicenda è intervenuta oggi anche l’associazione grigionese dei contadini, che condanna con la massima forza le pratiche sleali del commerciante di carne. L’agricoltura retica – sottolinea l’organizzazione – non è assolutamente coinvolta nello scandalo, ma ciò nonostante il settore si trova a subire un grave danno di immagine. Secondo l’associazione, la vicenda mostra come nel ramo della carne vi siano scappatoie che possono essere eliminate solo migliorando i controlli e inasprendo le sanzioni.

Nessuna novità è intanto giunta sul fronte dell’inchiesta in corso da parte delle autorità. Non vi sono ancora risultati, ha fatto sapere Rolf Hanimann, responsabile dell’Ufficio cantonale per la sicurezza delle derrate alimentari e la salute degli animali. Il caso non è facile, ha aggiunto.

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