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Ceo di Swiss Life: occorre pensione a 70 anni e rendita inferiore

Patrick Frost, direttore generale del gruppo assicurativo Swiss Life. /KEYSTONE/PATRICK B. KRAEMER sda-ats

(Keystone-ATS) Secondo Patrick Frost, Ceo del gruppo assicurativo Swiss Life, per assicurare il finanziamento della previdenza di vecchiaia è indispensabile aumentare l’età di pensionamento a 70 anni e ridurre la rendita degli averi del secondo pilastro al di sotto del 5%.

In un’intervista pubblicata oggi dal domenicale SonntagsZeitung, il direttore generale di 47 anni dice di considerare “sensato e ragionevole” un aumento progressivo dell’età di pensionamento fino ad almeno 70 anni. D’altro canto ritiene insufficiente l’abbassamento dal 6,8 al 6% del tasso di conversione (ossia quanto fruttano annualmente i risparmi), come previsto dalla riforma della “Previdenza per la vecchiaia 2020”, all’esame del parlamento.

Con la proposta governativa le nuove pensioni del secondo pilastro sono decurtate di quasi il 12%. Ma secondo Frost “il tasso di conversione deve essere ridotto ulteriormente; ben al di sotto del 5%”. La gente vive più a lungo e i risparmi devono poter durare più a lungo, osserva. In altri termini: dato che i tassi per calcolare la pensione sono troppo alti, il denaro risparmiato dai pensionati non basta per pagare le rendite. Con i tassi attuali, l’indebitamento della cassa pensione viene accollato alle generazioni attive professionalmente.

Il direttore di Swiss Life ritiene assolutamente necessario un tasso di conversione inferiore al 5%, ma è anche conscio che attualmente è impossibile avere il consenso politico per un’operazione del genere.

Frost è comunque fiducioso che la società prenda coscienza della situazione e che si giunga ad un onesto compromesso tra generazioni: da quando, sei anni fa, l’elettorato ha bocciato una riduzione del tasso di conversione al 6,4%, ci si è resi conto che così non si può andare avanti.

A suo parere la serie di misure della riforma delle pensioni per il 2020 va nella giusta direzione: ad esempio, “la riduzione del tasso è accompagnata da misure di compensazione”.

Il pacchetto di riforme proposto dal Consiglio federale – già accolto dal Consiglio degli Stati in settembre – prevede fra l’altro un aumento dell’IVA di 1,5 punti percentuali per finanziare il fondo di compensazione dell’AVS. L’età di pensionamento di riferimento sarà di 65 anni per uomini e donne, ma potrebbe essere resa flessibile tra i 62 ed i 70 anni. Il tasso di conversione passa dal 6,8 al 6% sull’arco di quattro anni. Ciò significa che un capitale di previdenza professionale (secondo pilastro) di 100’000 franchi frutterà un rendita di vecchiaia di 6000 franchi all’anno.

Secondo il Ceo di Swiss Life un aumento dell’età della pensione è “inderogabile”. E dato che, “non solo diventiamo più vecchi, ma rimaniamo anche più a lungo sani, sarebbe opportuno che la popolazione attiva rimanga ulteriormente nel processo lavorativo, fino a 70 anni e oltre”. Ciò alleggerirebbe anche l’Assicurazione di vecchiaia e superstiti (AVS), che lo scorso anno ha registrato una perdita di mezzo miliardo di franchi.

Frost ritiene poi che i datori di lavoro potrebbero dare un contributo tramite nuovi modelli di tempo di lavoro e di possibilità di carriera.

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