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Cinema: John Woo, 70 anni tra violenza, action e nostalgia

John Woo in una foto del 2010, al Festival di Venezia. KEYSTONE/AP/Joel Ryan sda-ats

(Keystone-ATS) Buon compleanno John Woo. Il celebre regista, nato a Guangzhou, in Cina, il 1 maggio 1946, spegne settanta candeline. Yusen Wu – questo il suo vero nome – è da sempre considerato uno dei più grandi registi per quel che concerne il cinema d’azione.

È tra i pochissimi ad avere la capacità di unire nelle sue pellicole la violenza estrema a una carica poetica e romantica altrettanto potente.

“Non ho mai cercato l’efferatezza fine a se stessa, ho sempre privilegiato la poesia, l’eleganza dell’azione”, aveva dichiarato lo stesso Woo in un’intervista di qualche anno fa. Cresciuto a Hong Kong in una famiglia poverissima, aveva abbandonato gli studi a soli 16 anni, dopo la morte del padre, trovando conforto nella sua passione più grande, quella per il cinema.

Esordisce dietro la macchina da presa nel 1973, con The Young Dragons, film sulle arti marziali che in un primo momento viene censurato a causa delle troppe scene di violenza esplicita. Alla fine degli anni ’70 si dedica anche alla commedia e all’horror ma a metà anni Ottanta la sua produzione vive una profonda crisi.

Riesce a ripartire nel 1986, grazie all’aiuto del regista e produttore Thsui Hark, suo grande amico, che finanzia la pellicola A Better Tomorrow. Sarà un successo planetario, il più grande nella storia del cinema di Hong Kong. Un anno più tardi tocca al sequel A Better Tomorrow II, che riesce nella difficile impresa di superare l’originale.

È nel 1989 che John Woo realizza quello che in molti considerano il suo più grande capolavoro, The Killer, la perfetta unione tra violenza e nostalgia, azione e psicologia. A inizio anni Novanta si trasferisce finalmente a Hollywood dove nel 1993 gira Senza Tregua, primo film americano del regista, con Jean-Claude Van Damme. La pellicola, però, lo lascia molto insoddisfatto.

Bisogna così attendere il 1996 e Nome in codice: Broken Arrow per tornare ad apprezzare a pieno la regia di Woo, che per questo lavoro in particolare recupera uno dei suoi più grandi punti di riferimento, Sergio Leone. “È il mio idolo, in assoluto – aveva confessato al tempo il regista cinese – Lo cito in ogni mio film. Io odio i dialoghi e lui ne usava pochi”.

La definitiva consacrazione hollywoodiana arriva con Face/Off – Due facce di un assassino (1997), grazie anche alle magistrali interpretazioni dei protagonisti John Travolta e Nicolas Cage. È il momento in cui tutti lo vogliono, tutti lo cercano. Tom Cruise lo sceglie personalmente per la regia di Mission: Impossible 2 ma né la produzione né l’attore stesso apprezzano il tentativo di Woo di voler umanizzare la spia Ethan Hunt e il risultato che ne scaturisce è un grande flop.

Nel 2002 torna a dirigere Nicolas Cage in Windtalkers, ambientato durante la guerra di Saipan, mentre l’anno successivo è la volta di Ben Affleck, protagonista in Paycheck. Mai un Oscar né un Golden Globe, nel 2010, in occasione della 67esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, John Woo riceve il Leone d’Oro alla Carriera, forse il più prestigioso dei riconoscimenti ottenuti fin qui.

A 70 anni e con alle spalle una carriera formidabile, Woo ha deciso ora di tornare alle sue origini. Il suo prossimo film, in uscita nel 2017, sarà infatti il reboot di Manhunt, famoso thriller giapponese del 1976 diretto da Junya Sato ma soprattutto interpretato da Ken Takakura nel ruolo di un poliziotto accusato di corruzione.

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