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CN: “no” al pedaggio al San Gottardo

No" all'introduzione di un pedaggio alla galleria autostradale del San Gottardo (foto simbolica d'archivio). KEYSTONE/URS FLUEELER sda-ats

(Keystone-ATS) “No” all’introduzione di un pedaggio alla galleria autostradale del San Gottardo.

Il Consiglio nazionale ha nettamente bocciato oggi tre mozioni presentate a titolo personale da esponenti di PLR, PPD e PVL e firmate da decine di altri deputati di tutti i partiti, dalla sinistra all’UDC.

La prima mozione è stata depositata da Matthias Jauslin (PLR/AG) il 29 febbraio 2016, ossia all’indomani del netto sì (62,3%) dei cittadini svizzeri al raddoppio della galleria autostradale del San Gottardo. Il 2 e il 3 marzo sono poi seguiti gli atti parlamentari di Leo Müller (PPD/LU) e Jürg Grossen (PVL/BE).

I tre testi non si limitavano al San Gottardo, che però viene sempre evocato esplicitamente, ma facevano riferimento a tutti i valichi alpini della rete delle strade nazionali. Per i tre deputati, che tra l’altro giustificavano la loro richiesta con i pedaggi praticati in trafori italiani, austriaci, francesi e persino infrastrutture danesi, gli alti costi di realizzazione e gestione dei tunnel alpini in generale e del San Gottardo in particolare andrebbero almeno in parte coperti con questa modalità.

I pedaggi avrebbero il pregio di rendere meno “allettante” il transito e permetterebbero anche di finanziare misure per migliorare la fluidità del traffico e la sicurezza. Per i pendolari e le economie locali, i tre consiglieri nazionali avevano previsto sistemi di sconto, sul modello di quanto già avviene all’estero.

Invitando il plenum a bocciare i tre atti parlamentari, la consigliera federale Doris Leuthard ha chiesto perché i mozionari volessero far pagare unicamente il transito nei tunnel alpini e non nelle gallerie dell’Altipiano. Al lucernese Müller, la ministra ha ad esempio ricordato che il progetto by-pass a Lucerna costa al chilometro molto di più rispetto al traforo sotto il San Gottardo.

Secondo Leuthard anche il confronto internazionale non regge: “in Europa esiste spesso un sistema basato sulla riscossione di un pedaggio, ma ciò è dovuto al fatto che le strade beneficiano sovente di un finanziamento privato, al contrario di quanto avviene in Svizzera, che prevede un finanziamento pubblico”. “È quindi difficile confrontare i due sistemi”, ha precisato.

La consigliera federale ha anche ricordato che secondo la Costituzione l’utilizzo delle strade pubbliche è esente da tasse, anche se sono ammesse eccezioni (attualmente l’unico collegamento con un pedaggio è il tunnel del Gran San Bernardo). Per questo motivo, introdurre pedaggi su tutti i valichi non è possibile senza modificare la Magna Carta.

Al voto le tre mozioni non hanno avuto chance: quella di Jauslin è stata bocciata con 169 voti a 29 e un’astenuta, quella di Müller con 154 voti contro 32 e 6 astenuti, e quella di Grossen con 115 voti contro 74 e 3 astenuti.

Quasi tutti i consiglieri nazionali ticinesi (Ignazio Cassis/PLR, Marco Chiesa/UDC, Giovanni Merlini/PLR, Roberta Pantani/Lega, Lorenzo Quadri/Lega, Fabio Regazzi/PPD e Marco Romano/PPD) e grigionesi (Heinz Brand/UDC, Martin Candinas/PPD, Magdalena Martullo-Blocher/UDC e Silva Semadeni/PS) hanno bocciato le tre mozioni. Solo Duri Campell (PBD/GR) le ha approvate, mentre Marina Carobbio (PS/TI) si è astenuta sulla proposta di Grossen e ha bocciato le altre due.

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