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CN: Strategia energetica, produzione energia verde meno ambiziosa

Consiglio Nazionale: Strategia energetica, produzione energia verde meno ambiziosa (foto d'archivio) KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Nell’ambito della Strategia energetica 2050, la produzione di energia verde dovrà raggiungere almeno 11’400 gigawattore (GWh) entro il 2035.

Dopo il Consiglio degli Stati, anche il Nazionale – con 132 voti contro 57 – ha deciso oggi di rivedere al ribasso l’obiettivo iniziale di 14’500 GWh proposto dal governo.

“Si tratta di fissare obiettivi ragionevoli e raggiungibili, poiché queste gigawattore bisognerà ancora produrle!”, ha sottolineato in aula Christian Wasserfallen (PLR/BE).

Per la minoranza rosso-verde, un obiettivo più elevato avrebbe favorito la sicurezza dell’approvvigionamento energetico della Svizzera, riducendo le importazioni. “La differenza tra i due obiettivi equivale alla produzione della centrale di Mühleberg”, ha rilevato invano Bastien Girod (Verdi/ZH).

Sì a deduzione costi per risanamento case

A livello di deduzioni fiscali, durante la sessione estiva gli Stati avevano fatto un passo verso un compromesso proponendo di limitarle ai costi di demolizione dei soli edifici che fanno parte della sostanza privata. L’obiettivo? Migliorare l’efficienza energetica nel settore delle vecchie costruzioni, in cui vi è un notevole potenziale.

Oggi il Nazionale – con 110 voti contro 81 – si è detto d’accordo con questa proposta, mantenendo però una divergenza sulla durata delle deduzioni. La Camera del popolo vuole che esse siano ripartite su tre periodi fiscali anziché cinque, come volevano i “senatori”.

Seguendo il Consiglio degli Stati, la maggioranza di destra della Camera del popolo ha anche deciso – con 98 voti contro 91 – di sostenere le piccole centrali idroelettriche, con una potenza fino a 3 megawatt (MW) anziché 10 MW come prevedeva la commissione preparatoria. La sinistra e il PPD si sono opposti invano alla proposta, poiché – a loro avviso – tali microimpianti possono arrecare gravi danni alla natura e non sono abbastanza produttivi.

Maggiore sostegno a grandi centrali idroelettriche

Il Nazionale ha anche deciso, in linea con gli Stati, di sostenere le grandi centrali idroelettriche (oltre 10 MW) ora in difficoltà a causa della flessione pronunciata del prezzo della corrente. Quegli impianti costretti a vendere energia sotto il prezzo di produzione dovrebbero poter beneficiare di un premio di al massimo 1 cts per kWh. Simili aiuti sarebbero assicurati per sei anni al massimo.

L’UDC si è opposta invano a questa proposta, poiché riteneva inutile tale sostegno. “Non è che una goccia d’acqua rispetto al fabbisogno energetico”, ha criticato il suo presidente Albert Rösti (UDC/BE), secondo cui si tratta di una misura volta a “comprare” il sostegno dei cantoni alpini e delle aziende elettriche.

“Attualmente il 70% degli impianti idroelettrici non sono redditizi”, ha sottolineato la consigliera federale Doris Leuthard. “Si tratta di sostenere l’indipendenza elettrica della Svizzera”, le ha fatto eco Yannick Buttet (PPD/VS), rilevando come i cantoni alpini producano energia per tutto il Paese.

Costruzioni in zone protette

La destra è invece riuscita a far votare il principio secondo cui la costruzione di centrali idroelettriche o eoliche di interesse nazionale deve essere favorita anche in zone protette. La maggioranza del Nazionale ha infatti respinto – con 100 voti contro 88 – una proposta di compromesso del Consiglio degli Stati, adducendo che vi sarebbero state troppe possibilità di ricorso e di blocco di progetti da parte di associazioni ambientaliste.

Altra divergenza mantenuta: con 123 voti contro 65 e 1 astenuto, il Nazionale ha ribadito la propria opposizione alla possibilità di sostituire il sistema di rimunerazione per l’immissione di elettricità (RIC) con un incentivo all’immissione. Gli Stati si sono sempre detti favorevoli a questa opzione.

La maggioranza della Camera del popolo ha infine respinto – con 104 voti a 84 – una proposta di “bonus agricolo” da concedere ai produttori di biogas che valorizzano i concimi delle aziende agricole.

Nessun collegamento con iniziativa antinucleare

Il dossier ritorna quindi agli Stati. Se la Camera dei cantoni appianerà le restanti differenze, l’oggetto sarà pronto per le votazioni finali il prossimo 30 settembre.

In un primo momento, il progetto Strategia energetica 2050 – volto a promuovere le energie pulite a scapito di quelle fossili – era stato concepito quale controprogetto indiretto all’iniziativa popolare dei Verdi “Per un abbandono pianificato dell’energia nucleare”, e così l’aveva inteso anche il Parlamento.

In seguito, le Camere federali hanno stabilito di scindere i due oggetti, per fare in modo che la Strategia energetica possa entrare in vigore al più presto. In caso di referendum, il progetto potrebbe essere sottoposto a votazione già nel maggio 2017.

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