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Commissione: nessuna ragione scientifica per vietare glifosato

Diserbante sui campi KEYSTONE/AP/SETH PERLMAN sda-ats

(Keystone-ATS) Non vi sono ragioni scientifiche che giustifichino il divieto di impiegare il pesticida glifosato nell’agricoltura.

È l’opinione della Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale, che con 15 voti contro 7 ha deciso di non dare seguito a una petizione in questo senso.

La petizione “Proibire il glifosato – adesso!” è stata depositata lo scorso febbraio da diverse associazioni tra cui la Federazione romanda dei consumatori, Greenpeace e i medici in favore dell’ambiente.

Secondo gli autori della petizione, in Svizzera ogni anno 300 tonnellate di glifosato vengono distribuite nonostante tale sostanza sia definita come probabilmente cancerogena dal Centro internazionale di ricerca sul cancro (CIRC) dell’Organizzazione mondiale della sanità.

Il glifosato è l’erbicida più diffuso al mondo, ingrediente in particolare del Roundup, prodotto principale dell’americana Monsanto.

La Commissione ha respinto – con 11 voti contro 11, determinante il voto del presidente Felix Müri (UDC/LU) – una proposta che chiedeva di rinviare l’esame di quest’oggetto fino alla pubblicazione dei risultati dello “Studio sugli effetti del glifosato in Svizzera” richiesto dal Consiglio nazionale durante l”ultima sessione.

Lo scorso luglio il Comitato Ue per la salute delle piante ha dato via libera alla proposta della Commissione europea di limitare l’uso del glifosato. Le limitazioni si applicheranno in attesa che l’Echa, l’Agenzia Ue per le sostanze chimiche, emetta il suo parere sulla tossicità o meno del pesticida in questione.

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