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CSt: hotel devono poter offrire prezzi più bassi di siti internet

Hotel: già oggi la COMCO può intervenire se dovesse ritenere che le cosiddette clausole di parità tariffaria pregiudicano illecitamente la concorrenza, ha sostenuto, invano, il consigliere federale Johann Schneider-Ammann nella sessione odierna. KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) Gli hotel devono poter pubblicare sui rispettivi siti web offerte più vantaggiose di quelle presenti sui portali di prenotazione per vacanze.

È l’opinione del Consiglio degli Stati che, con 34 voti contro 5 e 4 astenuti, ha approvato una mozione del “senatore” Pirmin Bischof (PPD/SO) che chiede di vietare esplicitamente le cosiddette clausole di parità tariffaria.

Nel suo atto parlamentare, il solettese ricorda che la Francia e la Germania hanno già vietato tali clausole e che l’Austria e l’Italia ci stanno pensando. Da qui l’urgenza di agire: per Bischof è necessario infatti evitare che gli albergatori elvetici siano svantaggiati rispetto ai concorrenti esteri.

Dal 2015, in seguito a una decisione della Commissione della concorrenza (COMCO), gli albergatori non sono infatti più autorizzati ad offrire sul proprio sito prezzi più convenienti di quelli offerti su una piattaforma online.

Tale decisione, ha ricordato oggi Bischof, “lede in maniera palpabile la libertà commerciale degli albergatori e, rispetto al mercato europeo, aggiunge un altro svantaggio concorrenziale al settore alberghiero elvetico, che deve già fare i conti con la sua immagine di isola dai prezzi alle stelle”.

Il governo proponeva la bocciatura della mozione sostenendo che la legge sui cartelli offra già una protezione sufficiente. Già oggi la COMCO può intervenire se dovesse ritenere che tali clausole pregiudicano illecitamente la concorrenza, ha sostenuto, invano, il consigliere federale Johann Schneider-Ammann.

L’atto parlamentare va al Nazionale.

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