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Finma alza i toni sui dividendi, ma UBS e CS non si scompongono

Le banche tirano diritto. KEYSTONE/WALTER BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) L’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) alza i toni nei confronti della banche, ma queste al momento non si scompongono.

Chi distribuirà dividendi perderà il diritto alle agevolazioni introdotte sulla scia del coronavirus, mette in guardia il regolatore. UBS e Credit Suisse, che prevedono di remunerare gli azionisti, si limitano a prendere atto ma sembrano voler tirare diritto.

La settimana scorsa la Finma aveva concesso agli istituti allentamenti normativi, in particolare in materia di fondi propri. L’obiettivo era di permettere al settore di svolgere il suo ruolo di aiuto all’economia anche nel momento di crisi.

I funzionari bernesi avevano però sottolineato che i mezzi a disposizione non devono essere usati per versare i dividendi. Il concetto è stato ripetuto anche ieri: chi verserà soldi agli azionisti vedrà quindi diminuire dell’importo corrispondente i fondi propri divenuti liberi.

Contattati oggi dall’agenzia Awp le due grandi banche elvetiche non si scompongono. I portavoce fanno sapere che la posizione della Finma è conosciuta e che al momento non viene fatta oggetto di commenti.

Come noto UBS intende versare 0,73 dollari per azione, se così sarà approvato nell’assemblea generale del 29 aprile. Credit Suisse, i cui proprietari si riuniranno il 30 aprile, propone 0,28 franchi. In altri Paesi molte banche hanno deciso di non elargire dividendi.

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