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FMI: rapporto imbarazzante, non ha gestito bene crisi Eurozona

La direttrice dell'FMI Christine Lagarde . Keystone/EPA/WILL OLIVER sda-ats

(Keystone-ATS) Il Fondo monetario internazionale non ha gestito al meglio la crisi finanziaria dell’Eurozona, fallendo di individuare la reale dimensione del problema. È quanto si afferma in un rapporto interno che imbarazza i vertici dell’istituzione guidata da Christine Lagarde.

Che all’interno dell’Fmi in questi anni ci siano stati molti critici sull’azione portata avanti non è una novità. Ma ora questo testo molto dettagliato – ben 650 pagine redatte dall’Indipendent Evaluation Office (Ieo), l’osservatorio indipendente dell’Fmi – sembra legittimare queste critiche.

Pur riconoscendo che la crisi del debito di Paesi come la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo hanno posto “sfide straordinarie”, l’Ieo sottolinea come il fondo abbia sottovalutato in alcuni Paesi l’accumularsi di rischi nel sistema bancario, condividendo un modo di sentire diffuso che è stato quello di dire che l’Europa era differente da altre regioni. Dunque immune da crisi come quella che aveva colpito gli Stati Uniti, col terremoto causato dal crack di Lehman Brothers. Una tesi che proprio nelle capitali europee andava per la maggiore e che gli uomini del fondo hanno finito in qualche modo per fare propria.

Il rapporto ripercorre l’azione dell’Fmi dal maggio 2010, quando fu messo a punto il primo piano di salvataggio della Grecia. Subito dopo la crisi si allargò a Irlanda, Portogallo e Cipro. “Il fondo – si legge – attraverso la sua attività di vigilanza riuscì ad individuare i problemi che emergevano, ma non fu in grado di prevedere la grandezza dei rischi che più tardi sarebbero diventati enormi”.

Inoltre, l’Fmi non esplorò adeguatamente le opzioni alternative al famigerato piano di salvataggio di Atene, nonostante da più parti arrivasse l’indicazione di una necessità della ristrutturazione del debito, senza il quale il piano sarebbe fallito.

Inoltre nel testo si evidenzia come la collaborazione dell’Fmi con la Commissione europea “potenzialmente” portò ad assoggettare i giudizi dello staff tecnico del fondo a pressioni politiche.

Solo quando montò la preoccupazione per il rischio di contagio dai Paesi in difficoltà a tutta l’area dell’Eurozona, e anche oltre, l’Fmi decise di modificare le proprie regole per permettere l’adozione di misure eccezionali per finanziare il governo di Atene.

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