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Grecia nega estradizione militari turchi, ira di Ankara

(Keystone-ATS) Gli 8 militari turchi fuggiti in Grecia con un elicottero dell’esercito dopo il fallito colpo di stato del 15 luglio non saranno estradati. Dopo una battaglia legale durata 6 mesi, la Corte Suprema di Atene ha respinto la richiesta di Ankara.

La Turchia li accusa di essere tra i golpisti e Atene giudica improbabile che i soldati possano affrontare in patria un giusto processo.

La decisione ha subito scatenato l’ira della Turchia. A un paio d’ore dalla sentenza, il governo aveva già minacciato conseguenze per le “relazioni bilaterali”, mentre da un tribunale di Istanbul era giunta una nuova richiesta d’arresto per i soldati, con tanto di invito al ministero della Giustizia a sollecitare all’Interpol l’emissione di un mandato di cattura internazionale. Un braccio di ferro da cui finora Atene ha cercato di chiamarsi fuori. Alla vigilia della decisione, il ministro della Giustizia, Stavros Kontonis, aveva assicurato di voler lasciare la questione in mano ai tribunali, senza un intervento diretto dell’esecutivo guidato da Alexis Tsipras.

I militari turchi – 2 maggiori, 4 capitani e 2 sergenti – si sono sempre dichiarati innocenti, sostenendo di temere per la propria incolumità in caso di rimpatrio. Il tribunale ne ha anche deciso il rilascio. “Questo atteggiamento della magistratura greca, in contrasto con le norme e i principi del diritto internazionale, lascia impuniti i criminali e viola i diritti delle vittime. Da Paese che in passato ha vissuto un colpo di stato, con questa decisione la Grecia si è purtroppo messa nella posizione di Paese che offre rifugio e protezione ai golpisti”, è l’accusa turca, affidata a un duro comunicato del ministero degli Esteri. A rischio, avverte Ankara, potrebbero esserci anche i rapporti tra i due Paesi: “Gli effetti di questa decisione, che crediamo sia stata presa per motivi politici, saranno oggetto di una valutazione complessiva rispetto alle nostre relazioni bilaterali, alla nostra cooperazione antiterrorismo e alle altre cooperazioni in questioni bilaterali e regionali”.

Proprio stamani, una delegazione di diplomatici greci era giunta ad Ankara per “regolari consultazioni politiche”. Negli ultimi anni, i rapporti tra i due Paesi confinanti sono migliorati, ma tensioni emergono periodicamente sulle questioni più delicate, come la sovranità sulle isole dell’Egeo o il futuro di Cipro, su cui in queste settimane sono in corso importanti trattative.

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