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India: coprifuoco a Jammu, dopo proteste anti-Pakistan

Omaggio alle vittime dell'attentato KEYSTONE/EPA/RAMINDER PAL SINGH sda-ats

(Keystone-ATS) Coprifuoco a Jammu ed esercito in stato d’allerta: la misura è stata imposta oggi, in tarda mattinata, mentre il ministro degli interni Rajnat Singh raggiungeva la città, in Kashmir, per rendere omaggio alle vittime dell’attentato di ieri.

Le autorità hanno preso la decisione dopo che, a seguito dell’attacco terroristico, alcune manifestazioni di protesta sono degenerate in violenza: il quotidiano online Greater Kashmir racconta che almeno dodici persone sono rimaste ferite, decine di automobili sono state vandalizzate, altre date alle fiamme, mentre i manifestanti urlavano slogan conto il Pakistan e chiedevano vendetta.

La città era praticamente deserta per una serrata, e le connessioni internet erano state disattivate, per evitare la circolazione di vari hashtag che incitavano alla vendetta.

Secondo molti commentatori, la situazione “nella valle” è allarmante, e rischia di andare totalmente fuori controllo. Da un lato, c’è la popolazione kashmira che, anche se non appoggia i terroristi e i secessionisti, si sente quotidianamente minacciata e vessata dalle forze di sicurezza indiane, dall’altro gli indiani, che stanchi della guerriglia e delle imboscate ininterrotte, si infiammano facilmente, come questa mattina.

Il semaforo verde concesso oggi dal premier alle forze speciali che, secondo quanto ha detto lui stesso “potranno agire liberamente, con gli strumenti, i tempi e nei luoghi che vorranno”, non fa prevedere di certo un futuro più tranquillo.

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