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JU: fine del risanamento della discarica chimica di Bonfol

Il capannone costruito sopra la discarica KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Sono terminati i lavori di risanamento della discarica giurassiana di Bonfol.

In sei anni sono state asportate circa 200’000 tonnellate di prodotti chimici e di terra dal sito usato per quindici anni dai gruppi chimico-farmaceutici basilesi per eliminare i propri rifiuti. Il costo totale dell’operazione ammonta a 380 milioni di franchi, il doppio di quanto previsto inizialmente.

L’annuncio è stato dato oggi dal consorzio dell’industria chimica basilese incaricato della riqualifica dell’area e dalle autorità del canton Giura. L’ultima tonnellata è stata asportata lunedì, 55 anni dopo l’inizio del deposito delle prime sostanze.

In totale, fra il 1961 e il 1976, 114’000 tonnellate di rifiuti erano state sotterrate alla bell’e meglio e senza nessun tipo di inventario in un terreno argilloso a due passi dalla frontiera francese.

Solo nel 2000 il governo giurassiano si è spinto fino ad esigere dalle industrie chimiche basilesi il risanamento completo della discarica. Ci saranno voluti 16 anni per studiare il dossier, preparare il progetto e asportare per intero i rifiuti.

Oggi Bonfol è libera dai rifiuti, ha affermato con soddisfazione il consigliere di Stato giurassiano David Eray. “Una pagina si volta, ma l’opera non è conclusa”, ha aggiunto, alludendo al proseguimento dei controlli, allo smontaggio delle installazioni e alla riqualifica del sito.

Per eliminare in piena sicurezza i rifiuti, sulla discarica è stato infatti costruito un capannone chiuso ermeticamente, sorretto da arcate alte 40 metri. Il materiale asportato è stato sgomberato con treni speciali e incenerito. I lavori hanno dovuto essere interrotti per diversi mesi dopo un’esplosione, che non ha provocato feriti, verificatasi nel luglio del 2010.

Da allora nessun incidente ha ostacolato il cantiere, tanto che gli esperti definiscono il risanamento esemplare. Per il Cantone il dossier ha rappresentato una sfida politica, giuridica, tecnica e finanziaria straordinaria, ha rilevato Eray. Lo Stato ha dovuto far capo a risorse importanti e consultare vari esperti. L’integralità di questi costi sono stati assunti dall’industria chimica basilese, che nel 2005 ha siglato un accordo in questo senso con le autorità cantonali e comunali.

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